Vita

Ricerca. «La Sclerosi multipla? Insieme possiamo batterla. Parola di malato»

Marco Voleri venerdì 2 giugno 2017

Nel 2006 ho scoperto cosa volesse dire avere una infiammazione del sistema nervoso centrale, che ha cambiato la mia vita per sempre. Dopo ben tre anni un medico è riuscito a esprimersi con una diagnosi netta: sclerosi multipla. Otto anni fa ho realizzato che sarei stato condannato a fare iniezioni di farmaco salvavita per il resto dei miei giorni. Io che avevo sempre odiato aghi e punture. Per anni ho vissuto effetti collaterali devastanti di una cura che mi faceva pagare un conto salatissimo riguardo alla qualità di vita. A un certo punto, umanamente, ti chiedi a che serve curarsi. In questi anni, però, grazie alla ricerca per me le cose sono cambiate. Oggi assumo un farmaco orale che mi dà effetti collaterali minimi, e che migliora la mia qualità di vita riducendo sensibilmente la possibilità di avere ricadute. E io, che con la mia professione di cantante lirico dovevo spostarmi con fiale di farmaco da tenere in temperatura e da iniettarmi furtivamente, mi sono ritrovato a condurre una vita diversa. Guardo avanti, e sogno un mondo libero dalla sclerosi multipla. Domani, tra un mese, un anno, dieci, non importa quando, ma so che arriverà.
Penso che un tempo si moriva per un raffreddore, e allora mi chiedo come sarebbe la nostra vita senza la ricerca scientifica: assisteremmo a un invecchiamento più rapido, e in poco tempo si tornerebbe a morire per banali influenze. La ricerca è indispensabile al mantenimento e all’evoluzione di una civiltà. Negli ultimi 30 anni sono stati raccolti dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e dalla sua Fondazione (Fism) più di 61 milioni di euro destinati alla ricerca, che hanno sovvenzionato il 70% di tutti gli studi su questa patologia, una tra le più gravi del sistema nervoso centrale, per cui ancora non esiste una cura risolutiva. Il 31 maggio, nella Giornata mondiale della sclerosi multipla, ci hanno ricordato che in Italia i pazienti sono 114mila e ogni 3 ore c’è una nuova diagnosi. La ricerca è uno strumento fondamentale per un dono ineguagliabile: la vita. Grazie alla ricerca e chi la sostiene. E, quindi, anche a voi.