Vita

INIZIATIVA. Il 12 maggio la nostra firma per gli embrioni

Emanuela Vinai giovedì 25 aprile 2013
​La grande mobilitazione per sensibilizzare e raccogliere firme per la campagna europea «Uno di Noi», in programma il 12 maggio in tutta Italia, vede le parrocchie in prima fila. L’importanza di questa iniziativa e la necessità di una convinta adesione da parte di sacerdoti e operatori pastorali viene rimarcata da Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita: «L’annuncio del Vangelo della vita parte proprio dall’embrione, uno di noi. Quindi l’adesione delle parrocchie non può che essere totale, in ordine al mandato di evangelizzazione che dice di tutelare i deboli, quelli che non hanno la forza di difendersi».Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Mariano Crociata, è intervenuto in prima persona nella promozione della campagna attraverso una comunicazione inviata alle diocesi già a fine febbraio. Nell’invitare i parroci a individuare occasioni per offrire agli organizzatori dell’iniziativa la massima collaborazione ed eventualmente ad attivarsi in prima persona, monsignor Crociata ha ricordato che «l’intento è quello di risvegliare la coscienza del popolo, salvare vite umane, indicare all’Europa la strada per ritrovare la sua anima». Con l’evento programmato per domenica 12 maggio e che sarà presentato a Roma il 2 maggio durante una conferenza stampa presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, la campagna «Uno di noi» entra nella sua fase decisiva attraverso il coinvolgimento attivo delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. Dopo aver sottoscritto l’appello, infatti, le realtà associative sono scese in campo in forze per raggiungere l’obiettivo del milione di firme (in tutta l’Unione europea), in forma cartacea oppure online, soglia necessaria per ottenere dalle istituzioni comunitarie che si fermi la manipolazione e soppressione degli embrioni umani a qualsiasi titolo. La campagna è condotta su vasta scala, e per quanto riguarda l’Italia il Comitato italiano, presieduto dall’europarlamentare Carlo Casini, sta lavorando per predisporre l’organizzazione logistica e i materiali utili per incoraggiare una sottoscrizione informata e consapevole della petizione. Anche perché la campagna non si esaurisce con la mobilitazione di maggio, ma prosegue fino al 1° novembre. Nei prossimi mesi, quindi, molte saranno le iniziative per promuovere la raccolta di firme, chiamando tutti i soggetti coinvolti a una forte responsabilità per non lasciar sfumare questa occasione storica.Pur essendo stata depositata presso le istituzioni europee nel maggio 2012, la preparazione dell’iniziativa «Uno di noi» ha richiesto tempo e impegno poiché, spiega Casini, «è stato necessario verificare l’esistenza delle condizioni di accoglienza e di collaborazione in tutta l’Europa da parte della Chiesa, di associazioni e movimenti, costituendo un Comitato organizzativo in cui fossero rappresentate tutte le nazioni, e una segreteria unitaria a Bruxelles. Perciò, nonostante l’annuncio solenne del 20 maggio 2012, accompagnato dalla benedizione in piazza San Pietro di Benedetto XVI, si è dovuto attendere l’inizio del 2013 per far partire il motore a pieno regime». Un percorso iniziato in salita per mille cavilli burocratici, ma che si sta svolgendo in contemporanea in tutti i 27 Paesi dell’Unione europea, dando già i primi significativi risultati. E con la data del 12 maggio, si è voluto dare un segnale forte di coesione e capillarità in un giorno significativo: la festa della mamma.Ma perché sono state coinvolte le parrocchie? «Riconoscere l’eguaglianza di tutti gli esseri umani è obiettivo sia religioso sia politico – spiega ancora Casini –. La Chiesa difende la vita dell’uomo. È l’adempimento dell’invito del Signore: qualunque cosa avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me».«L’iniziativa vuole evidenziare una verità: che l’embrione è uno di noi, un vivente della specie umana, un persona che chiede di continuare il suo percorso e di venire alla luce – chiosa il vescovo Solmi –. Purtroppo questa evidenza non è colta da tutti. Invece è un tema che tocca l’essenza della persona umana e ha un grande valore morale e sociale. L’embrione è debole e si affida a un altro per essere difeso e sostenuto nei propri diritti. Tutto ciò ci dice che, se la vita non viene accolta nella sua assoluta totalità, ci saranno solo situazioni che la prevaricano». Informare, divulgare, firmare e far firmare: poche, semplici azioni alla portata di tutti. Di ciascuno di noi.