Vita

LA STORIA. La casa che aiuta a scegliere la vita

Graziella Melina giovedì 14 giugno 2012
Coppie senza più un lavoro, con un affitto che non si riesce più a pagare, e la disperazione di non sapere come poter affrontare una gravidanza. E allora la scelta di abortire sembra l’unica alternativa. Lo sanno bene i volontari di Casa Betania di Noha, nel Leccese, che da quando è stata inaugurata, soltanto sei mesi fa, ha dato sostegno e accoglienza a circa 60 famiglie. «Molte donne non accettano la gravidanza proprio per problemi economici, non hanno alcun contributo né dallo Stato né a livello familiare – spiega il direttore generale della struttura, don Francesco Coluccia –. Ma se è rimosso questo ostacolo, decidono di non abortire. Noi cerchiamo di non allontanarli dai loro cari, aiutandoli anche economicamente. Là dove non è possibile li accogliamo nella nostra struttura».
Casa Betania, gestita dal Movimento per la vita e sostenuta dalla parrocchia di San Michele Arcangelo di Noha, operano 25 medici specialisti, 17 infermieri professionali, un’ostetrica, 15 educatori, 25 ausiliari. E poi, ancora, un assistente sociale, due pedagogiste, una psicologa e 5 addetti alle infrastrutture. Il lavoro qui è continuo: in sei mesi sono state circa 240 le visite specialistiche effettuate. «Medici e infermieri – prosegue don Coluccia – all’interno del nostro ambulatorio prestano il loro servizio in modo gratuito». Le mamme in difficoltà ricevono accoglienza e assistenza medica per 18 mesi. Dopodiché non vengono lasciate sole. «Al termine della gravidanza – aggiunge il direttore – cerchiamo di inserirle nel mondo del lavoro, di trovare un alloggio esterno, di interessare i servizi sociali». Il sostegno alle coppie è reso possibile grazie ai tantissimi volontari, "formati", come spiega don Coluccia, grazie a «un lungo percorso di catechesi e a un cammino spirituale», che si è «tradotto in gesti di carità concreti che vanno al di là delle aspettative», come quelle «19mila ore di servizio che molti di loro hanno dedicato a favore delle famiglie e della vita».
Fondamentale è poi la rete di sostegno che Casa Betania ha attivato con strutture convenzionate e private dell’Asl di Lecce, per gli esami diagnostici oppure per programmi di riabilitazione, come l’ippoterapia per i bimbi disabili. Non solo. «Nei casi in cui venga diagnosticata una patologia particolare – prosegue il sacerdote – la nostra struttura dà la possibilità alla famiglia di essere ospitata gratuitamente a Roma presso la Casa dell’associazione "La Quercia Millenaria" ed essere seguita dal Centro di diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli». Una rete di aiuto che ha permesso a molte mamme di poter proseguire la propria gravidanza con serenità. «In totale sono 33 i bambini in vita – racconta don Coluccia –. Bambini che erano destinati a morire tramite aborto perché le famiglie o le mamme non avevano nessuna assistenza di tipo economico, psicologico, morale e medico. Oggi quello che manca è infatti il sostegno concreto alla famiglia. Se la coppia fosse sostenuta concretamente nessuno chiederebbe di interrompere la gravidanza».