Vita

«Keys to bioethics». La App di bioetica per rispondere alle domande sulla vita

Antonella Mariani giovedì 31 gennaio 2019

La App di bioetica

L’embrione è solo un grumo di cellule? Le tecniche di diagnosi prenatale sono accettabili? Chi giudica il valore di una vita? La riproduzione assistita è l’unica alternativa in caso di sterilità? Cosa sono i metodi naturali? Cosa significa morire con dignità? Da oggi per rispondere a queste domande non servirà andare a caccia di informazioni sulla rete o scartabellare manuali.

Basterà scaricare l’applicazione Keys to bioethics e addentrarsi in una delle dieci sezioni (dalle Ricerche sull’embrione alla Teoria del gender, passando per la Donazione di organi fino all’Eutanasia) e da lì sfogliare le pagine che raccontano cosa dice la legge e cosa prevede la Chiesa, quali sono le domande aperte, con le relative risposte, alcune riflessioni etiche e testimonianze.

La prima applicazione di bioetica (per sistemi Android e prossimamente anche per IOs) è stata presentata nei giorni scorsi alla Gmg di Panama dalla sua ideatrice, Gabriella Gambino, vice Direttrice del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Keys to bioethics, realizzata in lingua italiana, spagnola e inglese con la collaborazione della Fondazione Lejeune, è in effetti destinata principalmente ai giovani, per la consultazione sui tablet e sugli smartphone. Non è un prodotto interattivo; assomiglia più a un manuale consultabile in maniera immediata e semplice.

«L’idea di creare una app su temi di bioetica è nata a partire da un precedente manuale in formato cartaceo, che la Fondazione Jérôme Lejeune di Parigi aveva realizzato in occasione della Gmg di Rio de Janeiro nel 2013 e che aveva distribuito ai giovani negli zainetti – racconta Gambino –. Per pura casualità, alcuni mesi fa mi sono imbattuta in una copia del manuale e, cercando di immaginare come attirare l’attenzione dei ragazzi sui temi di bioetica, approfittando della Gmg di Panama, ho pensato ai miei figli e ai loro coetanei: hanno sempre in mano i cellulari, dentro i quali cercano la risposta a qualsiasi domanda. Da qui l’idea di fare del manuale, rivisitato e aggiornato, una app scaricabile sui telefonini. Uno strumento pratico, col quale i ragazzi potranno confrontarsi su temi ormai comuni, ma rispetto ai quali è difficile orientarsi e saper discernere alla luce del vero bene».