Vita

Fine vita. In Australia arrivano i «navigator» della morte

Assuntina Morresi giovedì 20 giugno 2019

Dal 19 giugno lo Stato australiano di Victoria, con capitale Melbourne, ha i suoi due primi navigator, con nomi e numero di cellulare pubblicati sul web, e presto il servizio sarà esteso all’intero territorio. Non si tratta, però, di un intermediario fra chi cerca e chi offre lavoro, come in Italia per il Reddito di cittadinanza, ma di un 'facilitatore' per la Voluntary Assisted Dying (Vad), la Morte Volontaria Assistita: chi avesse problemi nell’usufruire del nuovo 'servizio' può rivolgersi a questo particolare operatore sanitario per chiedere informazioni e aiuto durante l’intero percorso di morte procurata dal Servizio sanitario di Victoria, il primo Stato australiano a consentire eutanasia e suicidio assistito.

Anche al «Voluntary Assisted Dying care navigation service», il servizio dei navigator della Vad, è stata riservata una presentazione durante la conferenza nazionale, dall’8 al 10 maggio, a Melbourne: tre giorni per illustrare dettagliatamente la nuova legge per la morte su richiesta. La norma sulla Vad è stata approvata il 29 novembre 2017 per entrare in vigore ieri, 19 giugno 2019: nel frattempo una task force ha organizzato il 'servizio', in modo che al momento dell’entrata in vigore fosse tutto chiaro e accessibile per i cittadini. Ben 130 le pagine di testo, modulistica compresa: in rete sono già disponibili manuali esplicativi, sia per i cittadini che per gli operatori.

Accuratissimo il lavoro sull’informazione, a cura di esperti de La Trobe University, presentato alla conferenza di Melbourne in un intervento significativamente titolato «Developing the voluntary assisted dying community and consumer information» (Lo sviluppo della comunità Vad e informazioni al consumatore): la community della Vad è di tutti coloro che sono coinvolti in questo tipo di servizio (personale sanitario e assistenziale, cittadini), mentre il termine 'consumatore' è riferito a chi desidera richiedere la Vad, cioè a chi vuole chiedere allo Stato di essere ucciso. È evidente, quindi, che la Vad è concepita come un 'servizio' da 'consumare', al pari di altri beni fruibili soggetti alle leggi di mercato. La legge è un mix fra quelle statunitensi sul suicidio assistito e quella canadese.

Negli Usa sono ormai 9 le giurisdizioni in cui darsi la morte con assistenza medica è consentito: l’ultima è il Maine, con una norma del 12 giugno, molto simile alle altre, specie a quella dell’Oregon, la prima, approvata nel 1997. Il ruolo del dottore è limitato all’accertamento dei requisiti – adulti con meno di sei mesi di vita, capaci di autosommini-strarsi il farmaco letale e di fare richiesta libera e reiterata – e alla prescrizione del prodotto letale. In Oregon nel 2018 sono state 249 le prescrizioni e 168 i suicidi: erano 24 le ricette nel 1998, e 16 i decessi procurati. Solo in una minoranza di casi il dottore è presente mentre il malato si suicida. La legge canadese, invece, coinvolge l’intero servizio sanitario, consente sia suicidio che eutanasia senza nominarli, sottolineando il concetto di una morte assistita da un medico, a prescindere dalle procedure seguite (è eutanasia se il medico somministra il prodotto letale al malato, suicidio se è il malato a prenderselo da solo), come indica il titolo: «Medical Assistance in Dying» (Maid), Assistenza Medica nel Morire.

Dati ancora parziali parlano di 2.164 morti nel 2018, aumentate in un anno del 57% e pari all’1,12% dei decessi totali. Anche nello Stato di Victoria non si parla di eutanasia e suicidio assistito ma di due diverse autorizzazioni a chi vuole morire: una ad avere un set farmacologico letale che si può prendere da soli, anche in assenza di un dottore, e un’altra in cui è invece il medico a somministrarlo. Si può avere accesso alla Vad dai 18 anni, con residenza permanente o cittadinanza, con una patologia avanzata con aspettativa di vita di 6 mesi al massimo, o di 12 se la malattia è neurodegenerativa (ad esempio la Sla), con una sofferenza considerata inaccettabile, e bisogna essere in grado di comprendere informazioni e comunicare decisioni in merito alla propria scelta. I malati psichiatrici possono accedere solo se soddisfano questi requisiti.

È fondamentale che la Vad sia domandata dal paziente e non offerta dal medico, a cui è espressamente vietato parlarne per primo: la morte deve essere volontaria, ed è questa la particolare enfasi che ha voluto dare il legislatore australiano. E poiché parlare della propria morte può non essere facile, per 'aiutare' i colloqui nei manuali sono suggerite le domande che si possono fare al medico, perché sia chiara la richiesta, con tanto di esempi, tipo 'Non vedo il motivo di un altro paio di mesi di questa morte lenta. Mi può dare un farmaco per accelerare il tutto?'.

Servono due consultazioni di due medici indipendenti, due richieste verbali e una scritta – con gli ausili necessari per chi non riesce a parlare o scrivere – e una 'persona di contatto' che, ricevuta l’autorizzazione, deve procurarsi il set farmacologico, ed eventualmente restituirlo alla farmacia se ne avanzasse o se non venisse usato. Dalla prima richiesta ufficiale devono passare almeno 9 giorni prima del decesso, a meno che i medici valutino che nel frattempo il malato possa morire, e allora i tempi si possono abbreviare. La morte naturale per malattia è cioè un rischio che non si vuole correre, da scongiurare con quella procurata. Il malato può stabilire dove e con chi morire, con l’accortezza che, se decide di farlo completamente da solo, deve prima avvertire qualcuno sulla tempistica, in modo che poi 'la tua morte possa essere certificata'. In altre parole, un surreale 'fai come vuoi, basta che poi me lo dici, così sistemo la pratica'. Sono stati realizzati anche cinque video tutorial dedicati ai medici, disponibili online: in tre vengono rappresentati, da attori, esempi di colloqui fra medici e richiedenti la Vad, in altri due vengono date spiegazioni su alcuni passaggi delicati, come l’accertamento che la richiesta sia senza coercizioni.

Il navigator è a disposizione per qualsiasi chiarimento e per superare gli eventuali ostacoli, e può anche contare su un piccolo fondo per le spese extra, se le reputerà necessarie, come il costo di un secondo parere, comprendente sia il medico sia il viaggio. Non potevano mancare le indicazioni per chi ha difficoltà a pensare alla propria morte, oppure a quella dei propri cari: c’è innanzitutto una linea telefonica dedicata, tutti i giorni per 24 ore al giorno, ' Lifeline', ma ci si può rivolgere anche a una struttura specializzata, l’«Australian Center for Grief and Bereavement» (Centro Australiano per il Dolore e il Lutto). Informazioni anche sul «Betterhealth channel», sito web informativo della sanità victoriana, nello spazio: «At the end – dying explained», cioè «Alla fine – la morte spiegata». Si può scaricare in formato pdf, sono 4 pagine. Come se il significato della morte potesse essere 'spiegato' in una informativa di 4 cartelle del Servizio sanitario nazionale.