Vita

MILANO. Il Miur: scelte ispirate da criteri pedagogici

Paolo Ferrario giovedì 19 settembre 2013
Non è la condizione di disabilità che impedisce al giovane calabrese di frequentare il liceo, ma l’essere diventato maggiorenne prima del termine delle iscrizioni. Sgombera subito il campo da equivoci e fraintendimenti, Carmela Palumbo, direttore generale del Dipartimento istruzione del Miur. La legge, ricorda, parla chiaro: al compimento dei 18 anni non è più possibile, per chiunque, disabile o no, iscriversi a una scuola secondaria superiore diurna.«A questo giovane – spiega Palumbo – l’istruzione non è comunque preclusa. Come tutti i cittadini che hanno già compiuto i 18 anni, può iscriversi a un corso serale. In questo senso non c’è nessun divieto».La circolare contestata dallo studente calabrese è improntata ad «evitare promiscuità» tra adolescenti e adulti, «dannose sotto l’aspetto pedagogico». «Si farebbe un torto sia all’adulto che agli studenti in età scolare», puntualizza la dirigente ministeriale. Che, invece, alza il velo su una situazione di disagio diffusa soprattutto nelle regioni del Sud Italia.«Questo non è un caso isolato – ricorda –. Le maggiori richieste che riguardano la possibilità per i disabili di frequentare le superiori diurne arrivano soprattutto da Calabria a Campania. Da territori, cioè, dove la scuola è spesso chiamata a ricoprire un ruolo di supplenza di altre istituzioni. Dove le famiglie, stremate e disperate, vedono nella scuola l’ultima spiaggia per i propri figli. Dove non esistono strutture per l’inserimento lavorativo dei disabili e si crede che la scuola possa arrivare dappertutto».