Vita

Londra. Il lungo addio a Charlie. «Dormi bene piccolo angelo»

Elisabetta Del Soldato, Londra sabato 29 luglio 2017

«Dormi bene piccolo angelo. Sei stato un eroe. Non ti dimenticheremo mai». L’esercito di Charlie, il «Charlie’s Army» come si è fatto chiamare sui social media, ha reagito nel dolore alla notizia della morte del piccolo Charlie Gard. L’annuncio della scomparsa su Facebook, firmato da un membro della famiglia, Andrew Taylor, solo ieri mattina aveva ricevuto 12mila visualizzazioni e i commenti continuavano a riempire il post.

«Riposa in pace bellissimo bambino. Hai toccato così tanti cuori e ci mancherai tantissimo. Il paradiso ha guadagnato un piccolo angelo speciale». E poi i pensieri rivolti alla famiglia: «Mandiamo tanto amore alla famiglia in questo momento devastante. Siete stati così forti e combattuto così tanto per questo soldatino speciale». E se i messaggi avevano un denominatore comune, quello era senz’altro «Non ti dimenticheremo mai».

La battaglia di Charlie continua. Ieri in un video sempre diffuso sui social media che raccoglieva i momenti più felici tra i genitori e il piccolo la famiglia ha rinnovato l’appello a donare al fondo sul sito www.charliesfight.org destinato ad aiutare bambini con la stessa malattia di Charlie, la rarissima sindrome di deplezione mitocondriale di cui attualmente soffrono solo 16 persone al mondo.

Il fondo ha già raggiunto un milione e 350mila sterline che sarebbero servite a coprire le spese per le cure negli Stati Uniti. Ma se per Charlie è stato troppo tardi, i genitori Connie e Chris, desiderano che non lo sia per altri bambini.

E così hanno promesso che «continueranno a lottare»: «Connie e Chris – ha detto il loro avvocato – non vogliono che altre famiglie vadano incontro a sofferenze come la loro».


La notizia della morte del piccolo Charlie Gard ha dominato non solo i social media ma anche stampa e televisione. I giornali titolavano ieri tutti in prima pagina la scomparsa del piccolo e molti rimarcavano il fatto che a Connie e Chris è stato negato anche l’ultimo desiderio, quello di portarlo a casa e passare con lui gli ultimi giorni nel loro ambiente domestico, lontano da tutto e tutti. Non c’è dubbio che la vicenda abbia straziato i cuori di mezzo mondo.

Dopo le preghiere di papa Francesco, il commento della premier Theresa May e di molti personaggi è giunta ieri anche la reazione del vicepresidente americano Mike Pence: «Siamo profondamente rattristati dalla notizia della scomparsa del piccolo Charlie Gard – ha detto Pence –. Io e Karen offriamo le nostre preghiere e condoglianze a questi devoti genitori in questo periodo difficile». Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha offerto le proprie «sincere e profonde condoglianze a questi genitori che si sono pressi cura di lui con così forte e instancabile amore».

Per cinque mesi Connie e Chris hanno lottato incessantemente per salvare la vita del figlio e si sono arresi solo quando sono stati messi davanti all’evidenza che ormai per Charlie era troppo tardi. «Non sono una madre orribile – aveva detto Connie qualche mese fa – . Non continuerei a combattere se sapessi che mio figlio sta soffrendo. Ma non sta soffrendo e la sua salute è stabile».
E ci sono stati momenti in cui era innegabile affermare che Charlie «non fosse presente». Per esempio quando è stato portato sul tetto del Great Ormond Street, l’ospedale che lo aveva in cura dallo scorso ottobre e che ha sempre sostenuto che sarebbe stato nell’«interesse del bimbo che soffriva» staccare il respiratore. In quella rarissima occasione «ha potuto sentire l’aria fresca sulla pelle e ha tenuto gli occhi aperti tutto il tempo», raccontò la mamma.