Vita

Il caso. Eterologa, donatori scelti da un catologo

Emanuela Vinai sabato 12 aprile 2014
​Biondo o castano? Caucasico, asiatico o africano? Filosofo, ingegnere o poeta? Dei donatori, cara signora, il catalogo è questo. Ed è particolarmente ricco di possibilità di scelta e di varianti, nell’ottica di venire incontro alle esigenze di tutti. D’altronde, non si fa altro che seguire il mercato: se è un bambino ciò che si vuole a ogni costo, allora si devono poter scegliere con attenzione i requisiti. Partendo, banalmente, dalle caratteristiche fisiche più simili a quelle dei genitori finali, perché è umano desiderare un figlio che ci assomigli, sia pure per interposta genetica. Le cliniche all’estero sono più che attrezzate per venire incontro alle richieste dei clienti e non è difficile immaginare quanto accadrà anche nel nostro Paese con la possibilità di accedere alla fecondazione eterologa. Basta fare un giro sui forum online dedicati al tema, in cui si raccontano e si confrontano le esperienze di chi abbia usufruito di questa opzione procreativa, per constatare come nel caso di una fecondazione con gameti esterni alla coppia la necessità di poter selezionare il candidato, o la candidata, sia ineludibile. Il donatore ideale per un figlio su misura non è una costruzione ideologica, ma la schietta realtà che fa seguito a una precisa richiesta: poter avere il meglio per il figlio tanto atteso. Non è inconsueto quindi trovare raccomandazioni che invitano ad assicurarsi, nella scelta della clinica, che si possano esprimere preferenze sul donatore. Questo per esempio è possibile in Olanda, Belgio, Danimarca e altri paesi scandinavi ma non in Spagna, dove è la clinica a definire gli abbinamenti genetici. Ecco quindi che dove vige l’anonimato è possibile selezionare l’aspirante donatore, o donatrice, grazie a una scheda dettagliata che racchiude le caratteristiche fisiche, culturali e psicologiche di chi ha fornito il materiale riproduttivo: in pratica, un curriculum. Laddove invece non vi sono limitazioni di questo tipo, il catalogo si arricchisce grazie al “photo match”, arricchito da immagini dei donatori da bambini, che permette una più attenta ed efficace disamina della merce prima di procedere alla fecondazione. Il sito di una nota clinica ucraina mette a disposizione un database consultabile online dove, a conferma della capacità procreativa, le donatrici sono ritratte spesso insieme ai figli già avuti. Superato il primo step nella ricerca della compatibilità, presso alcune strutture è poi possibile passare a richieste più sofisticate, come lo screening genetico per definire e affinare ulteriori caratteristiche. Un esempio: la scelta del sesso del nascituro. Negli Stati Uniti questo tipo di procedura è assolutamente legale e praticabile a semplice richiesta dei genitori, in Europa la scelta è invece più ristretta ma non impossibile. Il leader sul mercato è Cipro, dove tale opzione (“uno dei nostri trattamenti più popolari”) è definita “elettiva”, in contrapposizione alla selezione “medica” dello scarto di embrioni portatori di patologie, e viene addirittura consigliata come preferibile per “riequilibrare la famiglia”.