Vita

DAT. Fine vita, sì della Camera maggioranza «bipartisan»

  martedì 12 luglio 2011
Via libera della Camera per la legge sul fine vita, con una maggioranza ampia e trasversale: 278 "sì", 205 "no" e 7 sette astenuti. Ora il provvedimento passa al Senato per la definitiva ratifica, "molto probabilmente in ottobre". Lo ha annunciato Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, intervistata da Dino Boffo su TV2000.In favore si sono espressi il Pdl (con alcune eccezioni), Lega, Udc e Popolo e Territorio. Contrari Idv e Fli, e la parte prevalente del Pd. Per il resto il partito di Pier Luigi Bersani ha registrato una posizione molto frastagliata. Ad un primo elementare calcolo mancano più di 50 voti al blocco dei contrari alla legge.«Un buon testo, saggio ed equilibrato, che rende finalmente obbligatorio il consenso informato permettendo al paziente di scegliere le terapie», ha commentato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, evidenziando che l’articolato approvato «cerca di riprodurre l’atteggiamento da sempre tenuto dalle famiglie italiane dinanzi alla malattia e alla disabilità e fa tesoro di un’esperienza diffusa che rifiuta le derive eutanasiche e l’abbandono dei malati». Un provvedimento, sul quale «si è coagulata una maggioranza ampia e trasversale sia con il voto palese sia con i tanti voti segreti, mentre un consistente gruppo del Pd non ha seguito le indicazioni di partito». Una legge «largamente condivisa» quindi. «La legge approvata dalla Camera rappresenta la riaffermazione del primato del Parlamento rispetto ai provvedimenti creativi dell’ordine giudiziario», ha rimarcato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Di fatto cerca di tornare al punto di partenza messo in questione dall’intervento giudiziario riproponendo la sostanza del rapporto paziente-medico-fiduciario-famiglia», ha osservato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «La vita è un valore fondamentalmente un valore laico che unisce credenti e non», ha detto in conclusione il relatore Domenico Di Virgilio. Annunciando il "sì" dell’Udc, Rocco Buttiglione ha obiettato alla tesi sostenuta da molti esponenti del Pd, per cui sarebbe meglio non legiferare su questa materia, che «l’iniziativa della legge è venuta da Ignazio Marino che ha detto con grande forza che un paese civile non può non avere una legge sul testamento biologico. E subito è iniziata la campagna radicale per l’eutanasia». Sempre per i centristi Paola Binetti si augura «una buona applicazione che ne rispetti lo spirito ispiratore», molto diverso dalla «narrazione che ne hanno dato alcuni interventi in aula o certa stampa che mostrano di non aver letto veramente l’articolato». «Non vuole essere una legge di alcuni cattolici contro altri o di alcuni laici contro altri, ma una legge condivisa», ha aggiunto un’altra centrista, Luisa Santolini. Massimo Polledri nell’esplicitare il voto favorevole della Lega, ha richiamato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ai valori comuni in base ai quali si è detto basta ad una cultura che distingueva tra «vita degna di essere vissuta e non degna di essere vissuta». Frastagliata la posizione del Pd. Netto "no" della parte prevalente con Livia Turco che ha definito «matrigna» la legge, sostenendo che costituirebbe «un passo indietro rispetto al Senato, e smentisce le timide aperture fatte in commissione dal relatore Di Virgilio», comunque ringraziato dall’ex ministro della Salute del centrosinista. Tredici deputati hanno deciso di seguire Pierluigi Castagnetti e non partecipare al voto, tra di essi Lino Duilio, Sergio D’Antoni, Pierpaolo Baretta, Rosa De Pasquale. Diversa la posizione di Beppe Fioroni, che ha ribadito la convinzione che non si può interrompere idratazione e nutrizione agli stati vegetativi. L’ex ministro della Pubblica Istruzione ha lamentato, però, l’assenza di risorse per garantire loro assistenza certa e terapia appropriata. Rivendicando l’esercizio della «piena libertà di coscienza» imposta dal tema, Fioroni ha comunque avvertito che «queste scelte fatte con profondo senso di responsabilità e di libertà nulla hanno di politico o di tattica politica». Un suo emendamento è stato approvato con parere favorevole del governo e del relatore. Ha votato a favore "Popolo e territorio" che per bocca di Vincenzo D’Anna ha confermato che «l’alleanza terapeutica non può che essere a favore della vita». A favore ha votato anche l’Api, perché l’articolato è «una mediazione soft e una prima risposta a quesiti delicatissimi», come ha detto Renato Mosella. Benedetto Della Vedova ha ribadito invece la contrarietà di Fli. Antonio Palagiano quella di Idv. Sulla stessa posizione i Liberal democratici, con Daniela Melchiorre. In una lunga maratona i deputati ieri hanno approvato tutti gli articoli rimanenti del provvedimento dal terzo al nono. L’ottavo, relativo alla autorizzazione giudiziaria in caso di assenza del fiduciario, è stato soppresso. Comunque il medico nel caso in cui non intenda seguire gli orientamenti espressi nelle dichiarazioni anticipate di trattamento, è tenuto a sentire il fiduciario o i familiari come indicati dal Codice civile e ad esprimere la sua decisione motivata sulla cartella clinica. Sono state approvate significative riformulazioni per una migliore definizione della platea ed espressioni che hanno migliorato la coerenza dell’intero articolato. Ad esempio replicando alle critiche del Pd, la pidiellina Carla Castellani ha osservato che la definizione scientifica della platea introdotta nel testo corrisponde all’indicazione data dalla Federazione nazionale dell’ordine dei medici nel corso delle audizioni in Senato. Oggi il neosegretario del Pdl, Angelino Alfano, terrà una conferenza stampa con la Roccella, Cicchitto e Di Virgilio per commentare l’approvazione della legge.