Vita

DAT. Fine vita, un coro per la legge in aula

Pier Luigi Fornari lunedì 10 settembre 2012
​Si allarga il fronte dei parlamentari che condividono l’appello lanciato venerdì su Avvenire dal presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, con due lettere aperte ai leader di Pd, Pdl e Lega, per l’approvazione definitiva delle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) prima della fine della legislatura. I capigruppo al Senato del Pdl Maurizio Gasparri e dell’Udc Gianpiero D’Alia, intervistati ieri da Avvenire, si sono detti disponibili a porre nella conferenza dei capigruppo la questione della fissazione di una data per il dibattito nell’aula di Palazzo Madama, dove il testo dopo le modifiche della Camera dovrebbe ricevere l’ok finale. L’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha avanzato anche la proposta – se dovesse rendersi necessario – di «procedere alla raccolta di firme tra i senatori per la richiesta di iscrizione nel calendario d’aula». Sempre nel Pdl il senatore Stefano De Lillo, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la vita (bipartisan), ha osservato ieri che con l’intervento di Gasparri a favore della calendarizzazione immediata «si ribadisce l’intenzione del centrodestra di concludere il lungo iter di questo provvedimento». Per De Lillo «è infatti molto importante giungere a colmare quel vuoto legislativo che ha consentito alla sentenza sul caso Englaro di introdurre surrettiziamente una chiara forma di eutanasia». «Un dato elementare» viene offerto alla considerazione dei colleghi da parte del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Chi se la sente di escludere che persone che hanno perso l’autonomia di pensiero e di decisione non abbiano tuttavia una loro sensibilità e percezione degli elementi che li circondano e li condizionano?». Quindi non è possibile escludere che «se queste persone sono private del cibo e dell’acqua non sono sottoposte a sofferenze indicibili». In merito al confronto che si aprirà al Senato sul fine vita, invece, il coordinatore del centrodestra Sandro Bondi auspica che il provvedimento «venga corretto grazie a un confronto libero da forzature e da posizioni preconcette» dicendosi favorevole a una norma che rifiuti «l’eutanasia e l’accanimento terapeutico», richieste che peraltro il ddl già soddisfa. La necessità di completare il dossier-Dat è testimoniata anche da nuove interpretazioni pretestuose e strumentali degli ultimi giorni del cardinale Martini. Il deputato del Pd Furio Colombo ha annunciato che martedì presenterà alla Camera un testo sul fine vita al quale vuole dare addirittura il nome dell’ex arcivescovo.