Vita

Campagna. #Nogender, petizione raccoglie 60mila firme

Luca Liverani mercoledì 21 gennaio 2015

La lotta alla discriminazione e al bullismo come pretesto per l’indottrinamento sull’ideologia del gender, attraverso la sua diffusione subdola, nelle scuole di ogni grado e fin dagli asili nido, che scippa ai genitori il diritto-dovere della corresponsabilità educativa. Disapplicare la Strategia nazionale dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) è la richiesta delle associazioni Pro Vita Onlus, Age, Agesc, Giuristi per la vita e Movimento per la vita, che hanno presentato in Senato una petizione indirizzata al premier Matteo Renzi, al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e al futuro Presidente della Repubblica. Oltre 60 mila le firme raccolte online in poche settimane solo col passaparola. «Un vero Family Day 3.0 – dicono i promotori – che rilanciamo anche su Facebook e su Twitter con una campagna di sensibilizzazione con l’hashtag #Nogender. In molti casi l’educazione sessuale a scuola è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia e mira a una sessualizzazione precoce dei ragazzi. La libertà di espressione è un diritto per tutti proprio come è giusto non discriminare nessuno». «La non-discriminazione – si legge nella petizione – serve a nascondere la negazione della naturale differenza sessuale» riducendola a «fenomeno culturale obsoleto»; «la libertà di identificarsi in qualsiasi "genere" indipendentemente dal proprio sesso biologico»; la «normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale». Le strategie dell’Unar vengono redatte con la collaborazione delle associazioni Lgbt senza nemmeno uno speculare coinvolgimento delle associazioni dei genitori. L’esperienza dei Paesi in cui sono state già applicate queste "strategie educative" dovrebbe insegnare qualcosa: in Inghilterra e Australia - ricordano i promotori - ci si confronta con una sessualizzazione precoce dei ragazzi, che ha portato a un aumento degli abusi sessuali e della pedofilia, alla dipendenza dalla pornografia, all’aumento di gravidanze e aborti nella prima adolescenza. Alla conferenza stampa sono intervenuti Carlo Casini (MpV), Gianfranco Amato (GpV), Toni Brandi (ProVita), Emanuela Micucci (Age) e Ernesto Mainardi (Agesc). Si può aderire alla petizione sul sito www.citezengon.org e sui siti delle associazioni: www.notizieprovita.it, www.mpv.org, www.age.it, www.giuristiperlavita.org, www.agesc.it.