Vita

Verso la legge nazionale. Eterologa: le Regioni frenano la Toscana

Francesco Ognibene lunedì 11 agosto 2014

«Non c’è fretta, non c’è necessità di accelerazioni. Sono convinto che sia necessario un quadro normativo nazionale». È la risposta senza incertezze di Sergio Chiamparino, presidente (Pd) della Regione Piemonte, all’annuncio del suo collega della Regione Toscana (anch’egli Pd) Enrico Rossi sulla disponibilità delle strutture sanitarie nel territorio toscano a dare il via anche subito alla fecondazione eterologa sfidando il Governo e il premier Renzi che hanno deciso di rimandare la regolamentazione della materia a una legge del Parlamento. La complessità e delicatezza dell’eterologa, e l’impensablità di dar vita a uno scenario con regioni che procedono ciascuna con proprie regole, impongono di attendere il pronunciamento delle Camere, un fatto del quale è consapevole Chiamparino. Il governatore del Piemonte è anche presidente della Conferenza Stato-Regioni, e in questa veste ha rimandato a un incontro nazionale per decidere una rotta unitaria da tenere nell’attesa di una legge ad hoc. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha intanto ipotizzato anche la convocazione di un tavolo in settembre tra governo e realtà istituzionali coinvolte (inclusa la Corte Costituzionale, che ha dato il via a questa situazione di incertezza abrogando con la sua sentenza del 9 aprile il divieto di eterologa senza entrare nel merito delle numerose materie che restano prive di regolamentazione). A un «pronunciamento in tempi rapidi da parte del Parlamento» per «garantire la massima tutela agli embrioni e alle donne», considerata come fattore «prioritario», guarda anche la Regione Lombardia il cui assessorato alla Sanità valuta come «indispensabile» una «legge che disciplini la materia» per «evitare il rischio che si verifichi un secondo "caso Stamina"» del quale la Regione sta fronteggiando le amare conseguenze (le infusioni del cosiddetto "metodo" si svolgono all’ospedale di Brescia). Dalla Liguria l’assessore alla Salute Claudio Montaldo chiede al Parlamento di ascoltare lui e i suoi colleghi delle altre regioni prima di mettersi al lavoro sulla legge, ma se un impegno delle Camere dovesse tardare annuncia che la Liguria «partirà con il servizio». Le cliniche private, interessate al business del figlio costruito con gameti reperiti sul libero mercato, preme per dare il via alle prime gravidanze ovviamente senza attendere regole che limiterebbero comunque il loro raggio d’azione, ma il Ministero della Salute ha già fatto capire che muoverà i Nas dei Carabinieri per evitare abusi. A queste realtà e al governatore Rossi, che si è posto in rotta di collisione col primo ministro, l’ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella (Ncd), esperta di bioetica, ribatte che occorre evitare di «strumentalizzare a fini politici e di lotta interna del Pd una questione tanto delicata», ricordando che nei giorni scorsi «le linee guida della Toscana» sull’eterologa «sono state bocciate dallo stesso ufficio legale» della Regione. In assenza di un quadro normativo condiviso su tutto il territorio nazionale, conclude Roccella, la Toscana dunque «non potrà offrire la necessaria sicurezza sanitaria alle coppie». A frenare la Toscana anche la Regione Umbria. Sul tema della fecondazione eterologa, interviene la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, "è auspicabile e particolarmente opportuno che, in attesa dell'approvazione di una nuova legge da parte del Parlamento, le Regioni concordino con il Governo ed in particolare con il ministero della Salute, un atto di indirizzo unitario, valido proprio per questa fase di transizione". Per la presidente dell'Umbria, su questa tematica "è evidenteche ci sono aspetti di disciplina normativa che difficilmente possono essere risolti a livello regionale", come la tenuta registri, i diritti donatori e altro ancora.

Sulla stessa lunghezza d'onda dell'Umbria è anche la Regione Emilia-Romagna, che ritiene opportuno attendere un chiarimento a livello nazionale su come procedere su questo tema, decisamente delicato.