Vita

EMANUELE BAIO (API). «Così lo Stato si mette dalla parte delle famiglie con pazienti vegetativi»

Pier Luigi Fornari lunedì 10 settembre 2012
​Sarebbe un grosso errore secondo Emanuela Baio «rinviare il provvedimento sulle dichiarazioni anticipate di trattamento alla prossima legislatura, infatti c’è il rischio che dopo un inauspicato stop a questo articolato, nel prossimo Parlamento si legiferi con princìpi radicalmente diversi». Quindi per la senatrice che rappresenta in commissione Sanità di Palazzo Madama Api e Fli «ha ragione Carlo Casini a chiedere che il disegno di legge sia approvato entro la fine di questa legislatura». Per questo già martedì prossimo nell’ufficio di presidenza della commissione la senatrice Baio chiederà che l’iter riprenda al più presto con l’approvazione delle modifiche apportate dalla Camera. Perché è urgente fare una legge?Oggi le famiglie al cui interno vivono persone in stato di coma o che non sono più in grado di esprimere ciò che avvertono si sentono terribilmente sole. Abbiamo approvato in questa legislatura, nel 2010, la legge sulle cure palliative, una norma importante che però ha bisogno del secondo tassello fondamentale, costituito appunto da questo articolato che regola l’alleanza terapeutica e le Dat, affinché si percepisca effettivamente che lo Stato è amico di queste famiglie. C’è poi il problema degli stati vegetativi...Infatti. Questo è uno dei punti importanti del ddl. Le indagine scientifiche più aggiornate hanno mostrato con esami molto raffinati che soggetti incapaci di usare gli strumenti abituali di comunicazione, come la parola e anche lo sguardo, hanno una forma di presenza e attività la cui valenza è ancora tutta da scoprire. Applicare il principio di precauzione è d’obbligo. Sospendere alimentazione e idratazione significherebbe invece uccidere queste persone. Si tratta di dire un "no" chiaro all’eutanasia e al suicidio assistito? Infatti in questo senso la legge fa chiarezza di fronte a un’opinione pubblica oggi troppo spesso frastornata. Per la prima volta poi nel disegno di legge il consenso informato riceve una regolamentazione completa. Cosa ha fatto la commissione Sanità da quando il ddl è tornato con le modifiche della Camera?È stata svolta la discussione generale e alcune audizioni sui punti che hanno subìto modifiche a Montecitorio. Si deve passare a votarli e dare mandato al relatore per l’aula. Ma per questo deve esserci una precisa volontà politica, che finora non si è manifestata. Per parte mia posso assicurare quella dei gruppi che rappresento. Ma deve volerlo la maggioranza.