Vita

LA DIFESA DELL'UOMO. Fine vita, alla Camera va in scena l'ennesimo rinvio

 Pier Luigi Fornari mercoledì 19 maggio 2010
Nuovo rinvio – questa volta a giugno, dopo i ballottaggi delle amministrative – dell’esame nell’aula della Camera della proposta di legge sul fine vita, in stand by< dai primi di marzo quando si tenne la discussione generale. Lo slittamento è stato domandato per il Pd da Walter Veltroni. Ma subito il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, sostenuto dal suo omologo della Lega, Marco Reguzzoni, ha formulato la richiesta. E la conferenza dei capigruppo ha ratificato. Ma non tutti sono d’accordo.Suscita una forte perplessità questo convergere corale di chi non vuole affrontare una legge che è in studio da anni», commenta Paola Binetti, sottolineando che «la discussione generale in aula si è conclusa ai primi di marzo, i tempi sono stati attentamente contingentati, per rendere più snelle le operazioni di voto. Ma il momento per votare non giunge mai…». Secondo l’esponente dell’Udc «c’è qualcosa di stonato in questo rincorrersi delle date, che sembrano sempre mal calcolate, disposte lungo una corsa a ostacoli che una regia ostile alla legge dispone in modo sospetto». Quindi l’auspicio è «che si tratti dell’ultimo rinvio e non dell’ennesimo "penultimo " rinvio, a cui potrebbe seguirne un altro e un altro ancora fino al tempo di mai... fino all’eutanasia di una legge».Questa legge la vogliamo e la porteremo a casa», assicura comunque il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, confermando la «fortissima volontà» del governo di arrivare all’approvazione del provvedimento. «La maggioranza non temeva di andare sotto, infatti siamo tutti qui», afferma il sottosegretario al termine della seduta di Montecitorio, anche perché, nonostante sia prevedibile qualche «distinguo di singoli parlamentari», il governo può contare sui «voti dell’Udc» per il fine vita. «Fin dall’inizio – garantisce l’esponente dell’esecutivo – volevamo sottrarre questa legge a ogni possibile strumentalizzazione, alle scadenze elettorali e alle accuse ingiuste da parte della sinistra. Quante volte l’abbiamo lasciata? E poi l’abbiamo sempre ripresa». E anche stavolta, garantisce, «sarà così».La previsione della Roccella è che si possa riprendere l’esame del provvedimento a «metà giugno». La giustificazione data da Cicchitto per la richiesta del rinvio è stata l’intento di evitare che «la fatica del Parlamento nella elaborazione di un testo buono si intrecci con altre vicende» come le elezioni amministrative. D’accordo la Lega, con «un patto tra gentiluomini» affinché il testo «possa essere votato al termine di questa stagione elettorale». Ma era stato per primo Veltroni a domandare al centrodestra di «sottrarre questa materia al fuoco dello scontro politico ed elettorale». La conferenza dei capigruppo riunitasi immediatamente dopo ha ratificato la richiesta di Cicchitto. «È una decisione saggia che denota come il nostro obiettivo sia quello di licenziare un provvedimento sganciato da qualsiasi ideologia e strumentalizzazione politica», ha commentato il relatore della proposta, Domenico Di Virgilio, sottolineando che «personalmente» avrebbe «preferito un’approvazione più rapida possibile». Ma, ha aggiunto, «si tratta di un argomento delicato e su cui crediamo che debba esserci la condivisione maggiore possibile». Secondo il relatore, infatti, «l’atmosfera densa di tensioni di questi giorni potrebbe pregiudicare una discussione pacifica e costruttiva». A giudizio del capogruppo del Pd, Dario Franceschini, invece la decisione sarebbe stata dettata dal fatto che la maggioranza «dopo essere stata battuta quattro volte in aula» ieri mattina, aveva timore dei voti segreti. Ma nello stesso gruppo Beppe Fioroni ha considerato il rinvio «un gesto di grande maturità». Intanto Fli, per bocca di Pierfrancesco Dauri, responsabile Sanità, è tornato pronunciarsi a favore di «un rapporto fiduciario tra medico e paziente e tra medico e familiari». Favorevole a un stop dell’esame del ddl, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha commentato ironicamente la decisione del rinvio. «Qualche botta aiuta a ragionare», ha commentato: «Si fermi la macchina di una legge che fatta così è meglio non farla». Diverso il commento nello stesso partito ancora di Fioroni, che, dando una valutazione sostanzialmente positiva degli emendamenti appoggiati dalla maggioranza, ha fatto capire di essere intenzionato ad astenersi. La maggioranza, ha osservato l’ex ministro dell’Istruzione, «pur di non approvare i miei emendamenti ha cambiato la legge e l’ha riscritta recependone il contenuto, o almeno una parte. A questo punto potrei non votare contro la legge». Martedì Di Virgilio aveva espresso parere favorevole anche ad alcuni emendamenti dell’Udc.