Vita

LA LEGGE NECESSARIA. Fine vita, si prova a stringere i tempi

Pier Luigi Fornari martedì 26 aprile 2011
L'aula della Camera dovrebbe riprendere oggi pomeriggio l’esame della proposta di legge sul fine vita, votando sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Idv e radicali e sulla richiesta di sospensiva avanzata dal Pd. La ripresa dell’esame di quel testo su cui il 7 ed il 9 marzo si era svolta la discussione generale, sarà resa possibile dal fatto che oggi alle 16, alla riapertura dei lavori a Montecitorio, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, prenderà la parola per chiedere l’inversione dell’ordine del giorno in modo che il dibattito sul provvedimento che si caratterizza per la normativa sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) possa cominciare immediatamente, senza andare in coda agli altri provvedimenti in agenda, come invece previsto dall’ordine dei lavori deciso dalla conferenza dei capigruppo tenutasi martedì 19 aprile. In quella riunione, a fronte della richiesta di Pdl e Lega di esaminare il provvedimento entro aprile, ad esprimersi in senso contrario furono le opposizioni. Il presidente Fini decise, poi, quella calendarizzazione di cui oggi Casini chiederà l’inversione. In ogni modo, alla fine della stessa giornata di martedì 19, il vice presidente dell’Udc alla Camera, Gian Luca Galletti, in una lettera inviata a Fini, rese noto che i deputati centristi erano disponibili a lavorare «anche oltre i giorni e i tempi previsti». Ed il giorno successivo l’esplicito annuncio di Casini: «L’Udc sul testamento biologico ha una posizione chiara. Mercoledì alla Camera avanzeremo la proposta di inversione dei lavori d’aula». «Siamo ottimisti che la sua proposta venga approvata visto che sarà appoggiata anche da Pdl e Lega», ha commentato ieri il relatore del provvedimento, il deputato pidiellino Domenico Di Virgilio. Comunque per domani alle 11 è prevista una riunione dei capigruppo della Camera che dovrebbe decidere del prosieguo delle votazioni sul provvedimento. «I tempi dipendono dall’approvazione del Def (Documento economico finanziario) – ha argomentato Di Virgilio – per cui è stata riservata la seduta di giovedì. Il presidente deve decidere se il ddl sul testamento biologico proseguirà venerdì. Secondo alcuni si finirà alla prossima settimana, ma se il documento economico verrà rinviato l’approvazione del Dat potrebbe avvenire anche venerdì, o comunque al più presto». La riunione dei capigruppo di Montecitorio di domani si preannuncia in ogni modo importante per il prosieguo dell’iter, perché se la continuazione del dibattito sul fine vita dovesse scivolare al 2 maggio, potrebbero crescere le pressioni per un rinvio a dopo le amministrative, come vuole il Pd. La capogruppo nella commissione competente, Affari sociali, Margherita Miotto, è tornata ieri ad accusare la maggioranza di fare un «uso strumentale» di questa materia. «Un tema del genere – ha sostenuto la esponente del Pd – non può essere discusso a "rate" in base alle convenienze elettorali della maggioranza». Ma dallo schieramento di centrodestra, Di Virgilio ha assicurato: «Il nostro spirito è consapevole e sereno. Noi vogliamo che il testo venga esaminato e approvato quanto prima. Il Pdl è convinto si tratti di una legge a favore dei cittadini, nel rispetto delle coscienze. Non c’è nessun legame politico, noi siamo favorevoli al testo e lo sono anche molti politici tra le file dell’opposizione che lo voteranno».SCADUTI TERMINI EMENDAMENTI: SONO CIRCA 2MILA - 80% DAI RADICALIIeri alle 14, alla scadenza del termine, erano stati presentati circa duemila emendamenti al testo in discussione alla camera sul fine vita, di cui pressoché l’80% proviene dai radicali. Gli emendamenti, che dovranno comunque passare il vaglio dell’ammissibilità da parte degli uffici di  Montecitorio, sono quasi tutti delle opposizioni: una settantina da parte dell’Idv, poco meno da parte del Pd (una cinquantina del gruppo ed una decina di singoli deputati tra cui Beppe Fioroni). Fli ha presentato un unico emendamento sostitutivo di tutto il testo. Nella maggioranza gli emendamenti sono stati messi a punto solo dal Pdl (una decina). Sono, sottolinea il relatore, Domenico Di Virgilio, «esplicativi del testo, ma i paletti non cambiano». Tra gli emendamenti presentati da deputati del Pdl, uno che chiarisce ulteriormente nell’articolo 7, quanto già richiesto nel parere della commissione Affari costituzionali, e cioè che il parere del collegio di specialisti espresso in caso di controversia tra il fiduciario e il medico curante, non è vincolante per quest’ultimo. Ed un altro che nell’articolo 3 chiarisce meglio quali possono essere i contenuto delle Dat. Un emendamento dell’Udc all’articolo 7 chiede di tornare al testo del Senato. Un altro al 3, vuole evitare che surrettiziamente si consenta il rifiuto totale delle cure. Circa una decina gli emendamenti significativi dei centristi.