Vita

La storia. Dalla Sla a Sanremo: con il suo rap Paolo Palumbo «vola» al Festival

Roberto Comparetti giovedì 7 novembre 2019

Paolo Palumbo, il giovane oristanese malato di Sta, non ha superato le selezioni per Sanremo giovani. Nei giorni scorsi si è presentato alle audizioni davanti alla commissione musicale presieduta da Amadeus e composta da Claudio Fasulo, Gianmarco Mazzi, Massimo Martelli e Leonardo De Amicis con il brano «Io sono Paolo», portato insieme a Cristian Pintus.

Terminata l’audizione il verdetto è stato negativo ma Amadeus ha comunicato al giovane sardo che lo attende in una delle cinque serate della kermesse canora più famosa d’Italia. L’esibizione di Paolo è stata possibile grazie al comunicatore oculare, strumento che gli ha ridato la voce mettendolo nuovamente a contatto con il resto del mondo. Il brano presentato è un rap, genere sempre amato dal giovane sardo.

Per Paolo una grande gioia espressa anche sui suoi profili social, dai quali ha annunciato la bella notizia: sarà a Sanremo. Per lui è il coronamento di un sogno. Malato di Sla dal 2015, Paolo ha avuto sempre un atteggiamento tutt’altro che remissivo verso la malattia. Figlio di un cuoco, mentre si preparava per la scuola di alta cucina di Gualtiero Marchesi la scoperta delcon la malattia: inevitabile il crollo, patito più dai familiari però che da Paolo, il quale non si è dato per vinto e ha iniziato la sua personale battaglia contro la malattia.

Ha così dato il via a diverse iniziative: dal un libro di ricette per malati stomizzati, realizzato con lo chef stellato Luigi Pomata, all’incontro l’ex presidente americano Barack Obama, di passaggio a Milano, fino all’idea di partecipare al Festival Sanremo. Di recente Paolo, dopo uno specifico percorso di addestramento, è riuscito a pilotare con successo il volo di un drone a distanza, grazie a un puntatore oculare modificato e al software ideati dalla società 3D Aerospazio, socio del Distretto Aerospaziale della Sardegna. Palumbo ha pilotato il drone dalla sua casa di Oristano sino a Perdasdefogu, all’interno dello spazio aereo del Poligono Interforze del Salto di Quirra.

Non sono certo mancati i momenti difficili, soprattutto quando qualcuno ha offerto al giovane oristanese la possibilità di essere inserito nel programma dell’azienda Brainstorm Cell Therapeutics, da realizzarsi a Gerusalemme. Era iniziata anche una raccolta fondi, ma alla fine si è scoperto che quella possibilità nascondeva una truffa. Da qui la delusione di Paolo e la restituzione delle donazioni. Anche in questo caso però il giovane sardo non si è perso d’animo e ha continuato a combattere. Tanto che a febbraio lo vedremo sul palco dell’Ariston. Un sogno che si è realizzato e che dà speranza ai malati come lui sempre più a rischio di sentirsi scartati.