Vita

IL CONFRONTO. Contro la legge 40 il coro dei candidati Pd

sabato 24 novembre 2012
Lontanissimi tra loro su tante materie, i cinque candidati alle primarie del Pd si ritrovano singolarmente vicini su uno dei nodi etici cruciali del nostro tempo: la fecondazione assistita. Tutti quanti si dicono pronti a rimettere le mani, chi più chi meno, nella legge 40. Su questo e su altri temi sensibili come il fine vita, hanno risposto alle domande della rivista "Le Scienze". Ecco una rassegna delle loro tesi.Bersani all’attacco: «Una norma odiosa»«Sono contrario – è l’opinione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani – a una eutanasia che preveda un ruolo attivo del medico nell’interrompere la vita. Purtroppo sul tema del fine vita l’attuale Parlamento ha elaborato e approvato nelle prime due letture, con il voto del Pd compattamente contrario (affermazione non veritiera: sia alla Camera sia al Senato alcuni esponenti del Pd hanno votato a favore della legge sulle Dat, senza farne mistero; ndr), un testo inaccettabile e incostituzionale, non rispettoso della dignità della persona, che ora si trova al Senato per l’ultima lettura. Ci auguriamo non segua il destino della legge 40, altra legge ideologica e odiosamente classista approvata due legislature fa a colpi di maggioranza e ora pezzo per pezzo smontata dalle sentenze di tribunali europei e italiani. La fecondazione assistita in tutti i Paesi più avanzati viene regolata sulla base di linee guida di buona pratica clinica e quindi con la garanzia di ridurre al minimo i rischi per la donna, il nascituro e la stabilità della famiglia. Ci impegneremo in tal senso nella consapevolezza che solo un metodo scientifico appropriato può permettere di affrontare temi così delicati coniugando l’interesse generale con quello delle singole persone».Renzi: sulle regole la scure dei giudici«In materia di fecondazione assistita è necessaria una revisione della normativa – spiega Matteo Renzi, sindaco di Firenze – perché essa presenta criticità e incoerenze più volte evidenziate, ad esempio dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Questa revisione dovrà partire da una valutazione del grado di coerenza della legge rispetto al contesto giuridico in cui si colloca. Si propone, inoltre, la costituzione di una apposita autorità che possa agire in Italia sul modello della Human Fertilisation and Embryology Authority che nel Regno Unito decide caso per caso (ma che nel 2010 il governo britannico ha deciso di smantellare dal prossimo anno, ndr). Il testamento biologico è parte integrante del nostro programma. Nel pieno rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, proponiamo di riconoscere la libertà di ciascuno di indicare sino a che punto si intende essere sottoposti a terapie nel caso si perda la coscienza e la capacità di esprimersi senza una ragionevole speranza di recupero. La nutrizione e l’idratazione artificiale siano garantite per tutti coloro che non le rifiutino esplicitamente nelle Dichiarazioni anticipate di trattamento».Vendola drastico: «Azzerare il testo»Credo si debba cancellare una delle leggi più oscurantiste, pericolose e ingiuste nei confronti delle donne – afferma Nichi Vendola, governatore della Puglia –. I limiti della legge 40, bocciata anche dalla Corte europea dei diritti umani (per ora solo in primo grado, ndr) sono continuamente confermati dai tanti ricorsi vinti da quelle coppie che si rivolgono ai tribunali per vedersi riconoscere un principio fondamentale di libertà e di giustizia. Abbiamo con urgenza bisogno di una nuova legge di civiltà, moderna, giusta e umana. Sostengo con convinzione il rispetto della libertà di scelta per il fine vita. L’obbligo di soffrire per legge non è umano e dignitoso, non è più rinviabile una legge sul testamento biologico». A fine agosto, all’indomani della sentenza di Strasburgo avversa alla legge 40, il leader di Sel aveva dichiarato che «occorre liberare l’Italia da un’insopportabile ipoteca, fatta di oscurantismo e di crudeltà, sul terreno dei diritti delle persone. Una nuova legge sulla fecondazione assistita, una legge di civiltà, moderna, giusta e umana: è un impegno chiaro e netto per il centrosinistra e per la sua agenda di governo».Tabacci per diritti «in equilibrio»«Sulla fecondazione assistita – afferma Bruno Tabacci, assessore al Bilancio a Milano – occorre trovare un equilibrio tra i diritti degli adulti che desiderano divenire genitori e quello degli embrioni; un equilibrio che parta dalla difesa della vita, ma non neghi le possibilità che la scienza mette e metterà a disposizione della volontà di avere figli. È necessario perseguire una posizione a livello Unione europea per evitare "viaggi della speranza o dell’autodeterminazione" con discriminazioni sui diritti concreti basate sulle possibilità economiche. Una modifica della legge 40 non potrà avvenire a colpi di maggioranza e dovrà essere il risultato di una convergenza quanto più ampia possibile tra le forze politiche che tenga conto di autorevoli avvisi quali quello della Commissione Nazionale di Bioetica (in realtà è un Comitato, ndr), senza pretendere in ogni caso di annullare il mistero della vita». Quanto al fine vita, «va respinto l’accanimento terapeutico» mentre è «inaccettabile» il «suicidio assistito. Bisogna capire se la prosecuzione dell’idratazione e dell’alimentazione rientri nel concetto di accanimento terapeutico (e la mia risposta è no) e se il giudizio sull’accanimento terapeutico debba essere affidato o meno solo al medico curante».Puppato: e ora sì all’eterologa«La legge 40 – dice Laura Puppato, capogruppo Pd in Regione Veneto – va rivista al più presto visto che già oggi costringe molte coppie al turismo riproduttivo: circa 8 mila ogni anno (l’«Osservatorio sul turismo procreativo» parla di 2.700, ndr). La fecondazione eterologa per alcune coppie rappresenta l’unico rimedio possibile per diventare genitori. E poi ricordo che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, ha definito la legislazione italiana su questi temi incoerente. Rispetto al fine vita sono convinta che ognuno di noi abbia il diritto di stabilire, in casi estremi, come sia più dignitoso andarsene. Ha diritto di dirlo, scriverlo su appositi registri e lo Stato dovrà rispettare queste volontà». Sul suo sito la Puppato specifica che tra le coppie che vanno all’estero «una su tre lo fa per usufruire della donazione di gameti in quanto la legge stabilisce il divieto assoluto di fecondazione eterologa. Inoltre questa legge obbliga all’impianto di tutti gli embrioni fecondati anche se è stata rilevata un’anomalia irreversibile (ma la Corte costituzionale ha rimosso questo limite nell’aprile 2009, ndr). In Europa sono ben sedici i Paesi che consentono la diagnosi pre-impianto, tra loro anche Spagna, Portogallo e Grecia».