Vita

PROMESSE E REALTÀ. Comune di Roma, politiche familiari in retromarcia

Alessia Guerrieri martedì 13 agosto 2013
Tutto annullato. La notizia è arrivata alcuni giorni fa, con un fax, alla sede del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio che si era aggiudicato l’appalto. Il bando per l’affidamento di servizi a coppie e famiglie nell’ambito del piano comunale di Roma "Famiglia a 360°: Diventiamo famiglia e cresciamo in famiglia", in sostanza, non esiste più. E, con esso, anche il progetto di mettere in rete le giovani famiglie e d’insegnare loro a gestire la vita di relazione. Un’iniziativa, avviata dalla precedente amministrazione comunale, che ora il sindaco Ignazio Marino ha deciso di bloccare a pochi passi dai blocchi di partenza. Per di più senza fornire a chi doveva materialmente realizzare il piano, il Forum appunto, alcuna spiegazione.«Con determinazione dirigenziale numero 1618 dell’1/08/2013 si è deciso di non aggiudicare l’appalto» e, conseguentemente, «l’annullamento della relativa procedura d’istruttoria pubblica». Le poche righe scritte nella comunicazione sono una doccia fredda per le associazioni, che già da settimane lavoravano al programma d’aiuto ai giovani, e ancor più per i cittadini romani. Una marcia indietro, inoltre, arrivata subito dopo la cancellazione pure del Quoziente Roma (il parametro che legava in parte le tasse locali alla capacità contributiva del nucleo familiare) dalle linee guida capitoline. «I fatti ci dicono che la famiglia è uscita tanto dal lessico quanto dalle priorità di Roma Capitale». La reazione della presidente del Forum laziale, Emma Ciccarelli, non lascia spazio all’interpretazione. «È una scelta grave», dice, l’aver tolto un intervento di politica familiare «volto ad evitare i drammi del femminicidio e le lacerazioni» nella coppia. Come non definire questo atto «un’incongruenza» rispetto al capitolo 3.2 del programma elettorale del sindaco, sottolinea ancora Ciccarelli, «in cui si parla di famiglia e politiche di tutela?».Lo strumento, in fondo, non è altro che un meccanismo di prevenzione. Il progetto, dal costo complessivo di 85mila euro, prevedeva infatti l’avvio di due corsi pilota di economia domestica e di vita insieme per neo sposi e futuri coniugi. In più, per gli oltre 40mila fidanzati che si uniscono ogni anno in matrimonio nei municipi capitolini, un vademecum che li aiutasse a consolidare il legale e risolvere con facilità, con un indirizzario specifico, piccole incombenze familiari. Il Forum era stato l’unico a presentarsi al bando nel 2012 e ad avere le carte in regola. «Avevamo già predisposto una bozza grafica del volumetto - conclude la presidente del Forum - e consegnato il prototipo all’assessorato. Ora ci aspettiamo delle motivazioni valide e un confronto con il primo cittadino». Anche i modi non sono piaciuti alle 50 associazioni del Forum, che sottolineano inoltre «che la famiglia non ha connotazione politica. E in lei il bene comune trova radici e struttura».Al di là di chi le realizza, infatti, politiche innovative e utili per la famiglia «devono passare» ed essere rafforzate, ancor più in un momento in cui la fragilità sociale cresce, in conseguenza della crisi: rifiuta qualsiasi riferimento all’ideologia l’ideatore del bando, l’ex assessore alla Famiglia di Roma, Gianluigi De Palo. «C’è una visione antropologica chiara» nel nuovo Comune, ricorda, ma perché violare «il principio di continuità amministrativa» soprattutto su quei temi importanti per i cittadini? Bisogna mettere da parte i preconcetti politici, aggiunge, «per concentrarsi sul bene comune». Insomma, le buone prassi non sono né di destra né di sinistra, è l’opinione di De Palo, oggi consigliere comunale di opposizione, e lavorare sulla prevenzione (la stabilità della famiglia) più che limitarsi a supportare a posteriori con i servizi sociali «è un risparmio e una vittoria per tutti».