Vita

CASO TRESOLDI. La Rai si scusa E la Vita torna in Diretta

Lucia Bellaspiga mercoledì 6 novembre 2013
«La Rai si scusi», chiedeva ieri attraverso Avvenire Max Tresoldi, assieme alla sua famiglia e a una folla sempre più numerosa di cittadini indignati, dopo che a "La Vita in Diretta" Alda D’Eusanio gli aveva detto in faccia che la sua – in quanto disabile – non era una vita, che piuttosto che avere «quello sguardo vuoto» era meglio morire... E le scuse ieri sono arrivate: «La Rai si dissocia dalle dichiarazioni e dai commenti che la giornalista Alda D’Eusanio ha indirizzato, nel corso della trasmissione “La Vita in Diretta”, a Max Tresoldi, la cui storia ha commosso milioni di telespettatori – ha scritto al direttore di "Avvenire" il responsabile relazioni con i media, Fabrizio Casinelli –. La Rai esprime solidarietà e comprensione alla famiglia, apprezzandone i valori e i sacrifici fatti per consentire al giovane Max di continuare a vivere nella convinzione che la vita è “bella così come è” e che merita di essere vissuta pienamente». L’incidente non è stato comunque inutile, se la lettera così conclude: «La presidente e il direttore generale hanno rinnovato l’invito ai direttori di reti e testate a prestare la massima attenzione sui temi che coinvolgono le coscienze e a usare comunque sempre il linguaggio del servizio pubblico». Infine «la Presidente ha telefonato alla mamma di Max Tresoldi per ribadire la solidarietà di tutta l’azienda e sua personale», come peraltro raccontato anche dalla stessa signora Tresoldi, che oggi pomeriggio sarà a "La Vita in Diretta" per una nuova puntata, questa volta insieme a esperti come la neurologa del Besta, Matilde Leonardi: «La presidente Anna Maria Tarantola è stata gentile – conferma –. Era molto dispiaciuta, mi ha detto che anche lei è madre e se a suo figlio avessero rivolto parole simili avrebbe reagito come me».«Ce la meritiamo davvero, una televisione così? Davvero l’unica scelta che ci resta è il telecomando, per cambiare canale o forse per spegnere definitivamente la tv?», è intanto la protesta del Forum delle Famiglie. «Sono per l’ennesima volta indignato davanti alla televisione dopo il gravissimo episodio di lunedì, con l’inaccettabile soliloquio/sproloquio di Alda D’Eusiano di fronte a Max Tresoldi, svegliatosi dopo 10 anni di coma e pronto a testimoniare “in diretta” che la vita è bella», scrive infatti il presidente Francesco Belletti, che rappresenta 50 associazioni per 3 milioni di famiglie. «Non posso che fare il parallelo con la recente vicenda dell’esclusione del professor Cerrelli da "Domenica In" (sempre Rai, un bella preoccupazione…), dove la redazione, sul tema dell’omosessualità, ha scelto di escludere il parere dell’esperto».«A quanto pare, non basta nemmeno la Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità per garantire un minimo di rispetto per le persone», scrive invece Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica, esprimendo solidarietà a Max, «violentemente e gratuitamente offeso dalla dottoressa Alda d’Eusanio su un canale della televisione pubblica». Max è «un uomo che ha parzialmente e a fatica recuperato alcune funzionalità anche grazie alle cure instancabili della sua famiglia e che oggi viaggia in tutta Italia testimoniando l’importanza della cura e della speranza. Un uomo a cui è stato detto, in diretta, che la sua non è una vita degna di essere vissuta». Il Centro di Bioetica, che da anni intrattiene con la famiglia Tresoldi «rapporti di collaborazione e riflessione comuni sui temi della disabilità e della giustizia», esige provvedimenti adeguati: «Ci auguriamo che l’Ordine dei giornalisti, sempre che la dottoressa D’Eusanio ad esso appartenga, prenda una chiara posizione di distanza su quanto accaduto».
Il Comune di Pavia: solidarietà al nostro concittadino onorarioIn un comunicato il Comune di Pavia esprime «solidarietà al concittadino onorario Massimiliano Tresoldi e alla sua famiglia per le frasi offensive rivoltegli nella trasmissione “La vita in diretta”». «Asserire che la vita di una persona disabile “non è vita”, che quello di Massimiliano sia uno “sguardo vuoto” e che la madre abbia errato nello stargli accanto per favorire la sua ripresa dallo stato vegetativo - si legge nella nota - ferisce la dignità della famiglia Tresoldi e l’impegno quotidiano di tante famiglie che accudiscono persone sofferenti nel corpo e nello spirito». Il Comune di Pavia «esprime di nuovo, come all’epoca in cui è stata conferita la cittadfinanza onoraria, stima e apprezzamento per la famiglia Tresoldi come “esempio ammirevole e simbolo di tutte le famiglie che condividono le medesime difficoltà e la sfida gioiosa per una piena accoglienza della vita in ogni sua fase e condizione”». LA VICENDA La Vita non va in diretta (Lucia Bellaspiga)IL PERSONAGGIO Quando Alda D'Eusanio era il simbolo della tv trash