Vita

Intervista . «Bimbi senza leucemia, così può realizzarsi il nostro sogno»

Vito Salinaro giovedì 2 marzo 2023

Giovanni Verga con un piccolo paziente

Quando, nel 1979, per iniziativa di un gruppo di genitori, di medici e di Giovanni Verga, papà di Maria Letizia, morta di leucemia a soli 4 anni, nacque il Comitato che porta il nome della bimba, 85 pazienti pediatrici su 100 uscivano sconfitti dalla lotta contro i tumori del sangue. Oggi la percentuale è scesa fino al 15%, anche grazie agli sforzi compiuti da quel Comitato che, investendo cospicue risorse in ricerca e per la nascita del Centro di ematologia pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza – da pochi mesi elevato a Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) –, ha reso il capoluogo brianzolo una delle capitali internazionali di questa branca medica. Dando così vita a una sinergia virtuosa e unica tra un nosocomio universitario pubblico e organismi privati non profit, già ribattezzata “sistema Monza”.

Giovanni Verga - .

Non a caso nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale vertici e promotori dell’Irccs monzese, conferendo il titolo di “Grande Ufficiale” al direttore scientifico, il professor Andrea Biondi. Nel corso di 4 decenni il Comitato ha promosso, tra l’altro, la nascita delle fondazioni “Tettamanti”, con l’omonimo centro di ricerca, e “Monza e Brianza per il bambino e la mamma”. Ma anche del Laboratorio di Terapia cellulare “Verri”, una delle prime cell factory in Italia. Del 2015 è il Centro Maria Letizia Verga, che in un edificio di 4 piani, a Monza, accoglie il Centro di ricerca Tettamanti, il reparto di degenza, l’innovativo Centro trapianti di midollo (che concentra il 10% di tutta l’attività trapiantologica italiana), il day hospital ematologico e gli spazi per il sostegno psico-sociale. Una palazzina «destinata ad ampliarsi», afferma Giovanni Verga che sabagto 4 marzo, all’Autodromo di Monza, presenta il progetto di crescita del Centro, con il professor Biondi.

Presidente, quali novità preparate?

È un altro dei nostri sogni che si avvera. Intendiamoci: la pediatria del San Gerardo è uno splendido reparto, anche dal punto di vista estetico. Ci lavorano professionisti che curano i bambini con amore. Ma c’è bisogno di più spazio. Siamo un Irccs, un centro di riferimento mondiale, e abbiamo previsto la realizzazione di due nuovi piani nel Centro Verga. Uno accoglierà bambini leucemici ma anche quelli affetti da altre patologie metaboliche e genetiche. Nell’altro piano ci saranno laboratori per la ricerca di base, studi medici, stanze per le famiglie. In cima alla palazzina sistemeremo ambienti dedicati ai nostri adolescenti che, mentre sono in terapia, possono invitare gli amici, magari per sorseggiare un aperitivo.

Quanti posti letto ricaverete?

Avremo 15 posti letto di degenza, che ci permetteranno di abbattere le liste di attesa, e un day hospital con altri 10 posti. E se il bambino dovesse avere bisogno di una casa nel periodo delle terapie, lo ospiteremo in uno nei nostri 17 alloggi nel vicino Residence Maria Letizia Verga (dove oggi vivono alcune famiglie di ucraini, ndr).

Quanto costerà l’ampliamento e quando sarà realizzato?

Contiamo di far partire il cantiere in estate e di chiuderlo in due anni, avrà un costo compreso tra i 12 e i 15 milioni. Ma il denaro non mi preoccupa.

Perché?

Di fronte a progetti seri e lungimiranti, la mia gente, quella brianzola, quella lombarda, direi dell’intero Paese, non si spaventa. Sarà così anche questa volta. Con i nostri 20.000 sostenitori abbiamo creato una rete possente. Abbiamo mobilitato il bene, orgogliosi di essere italiani.

Avete creato un modello di collaborazione singolare tra pubblico e privato. Sembra abbiate bisogno l’uno dell’altro...

È così. La nostra particolarità è che siamo dentro l’ospedale, perché per guarire un bambino c’è bisogno che ricerca, clinica e accoglienza di alto livello siano in dialogo tra loro. Al San Gerardo abbiamo trovato terreno fertile per la nostra missione, che, per dirla con uno slogan, è quella di contare gli anni in bambini guariti. Nella nostra storia ne abbiamo salvati 2.000. L’ospedale non è dei dirigenti o dei dipendenti: è degli ammalati. Il Centro Verga non è di Giovanni Verga: è del bambino che si presenterà domani con un problema di salute, ed è di quella mamma che deve fare curare il figlio ma che ha perso lo stipendio e magari non può restargli accanto. Siamo qui per loro.

Il rendering del complesso monzese secondo il progetto del Comitato Verga - .

Qual è lo spazio dei finanziamenti privati per la ricerca in Italia?

Tutto parte dal riconoscimento della qualità. La Fondazione Tettamanti, con tanti giovani specializzandi e tirocinanti di valore, porta a casa finanziamenti nazionali ed esteri in virtù della valenza dei progetti. Quando non basta, ci siamo noi che li stimoliamo a fare qualcosa di più, a perseguire dei sogni. Perché sono sempre i sogni che mandano avanti le cose. Ma bisogna avere i soldi per realizzarli.

Lei cosa sogna?

Sogno che i nostri ricercatori trovino risposte.

Un'altra veduta computerizzata che anticipa le nuove strutture che saranno realizzate - .

A quali domande?

Prenda la Fondazione Tettamanti. Fa tante cose, per esempio aiuta i clinici nei percorsi di cura attraverso una diagnostica sofisticata. Tutto il resto è ricerca per rispondere a delle domande: perché ci s1i ammala? Perché una volta curati, bambini e ragazzi hanno delle ricadute? E soprattutto, quando il bambino non recupera, cosa ci è sfuggito, cosa non siamo riusciti a vedere? Non smetteremo mai di lottare per quelle risposte.