Vita

Londra. Alfie, la Corte Suprema inglese nega il nuovo ricorso dei genitori

Silvia Guzzetti giovedì 19 aprile 2018

I genitori di Alfie Evans con un foto-appello per il piccolo (Ansa)

La Corte Suprema britannica ha dichiarato oggi inammissibile il ricorso presentato dai genitori del piccolo Alfie Evans, 23 mesi, per ottenere un riesame del caso. Resta così confermato il verdetto con il quale i giudici hanno dato l'ok ai medici a staccare la spina al bimbo - colpito da una patologia neurologica degenerativa mai diagnosticata esattamente - contro il volere di papa Thomas e mamma Kate.

Dopo il no della Corte Suprema, ora Thomas e Kate Evans dovranno tornare davvero, una seconda volta, alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo invocando il principio dell'Habeas corpus secondo il quale nessuno può essere tenuto prigioniero contro la sua volontà.

Dopo
l’incontro di Thomas col Papa mercoledì a Roma, hanno però preso nuova forza le vie diplomatiche per risolvere lo spinosissimo caso. La richiesta di Francesco «di dare asilo ad Alfie così che possa essere portato in Vaticano» – cioè al Bambino Gesù – si somma all'iniziativa della Farnesina presso il Ministero degli esteri britannico perché «sia accolto il desiderio dei genitori» e il bambino venga trasferito all'ospedale pediatrico romano che, già dall'estate scorsa, aveva dato la sua disponibilità ad accoglierlo.


«Il Santo Padre mi ha chiesto di fare il possibile e l'impossibile per Alfie» ha detto ieri Mariella Enoc, presidente dell'ospedale, in un'intervista a Vatican News. «Ho incontrato Tom Evans e gli ho consegnato una lettera nella quale esprimiamo il desiderio di una collaborazione stretta con i medici dell'ospedale inglese al fine di curare al meglio Alfie e anche la disponibilità a pagare tutte le spese di trasporto del bambino». Mariella Enoc ha anche parlato di «due lettere» inviate a Liverpool: «Una indirizzata al papà» in chi «chiediamo di fare un’alleanza insieme» ai medici inglesi «per poter continuare almeno un percorso diagnostico», mentre l’altra è «una nota di approfondimento» dei «nostri medici» in cui spiegano «il desiderio di prenderci in cura il bambino». Ieri ha offerto la sua disponibilità anche l’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova.