Vita

Inghilterra. Aborto selettivo, Londra non vuole escluderlo

Elisabetta Del Soldato martedì 24 febbraio 2015
​La Gran Bretagna non è ancora pronta per criminalizzare l’aborto selettivo. Ieri sera i deputati della Camera dei Comuni hanno respinto, con 292 voti contro 201, un emendamento della deputata conservatrice Fiona Bruce, che avrebbe reso illegale l’aborto selettivo. Eppure la pratica sta diventando sempre più comune, soprattutto tra le comunità asiatiche residenti in Gran Bretagna che prediligono un primo figlio maschio. Lo dimostra anche una recente indagine del Daily Telegraph, che grazie a cronisti in incognito ha rivelato l’esistenza di molti medici disposti a “chiudere un occhio” – previa congrua remunerazione – pur di soddisfare chi non vuole una femmina.Da tempo la deputata Bruce cerca di far passare un emendamento alla legge “Serious Crime Bill” per ufficializzare l’illegalità della pratica. Secondo gli ultimi sondaggi, l’84% della popolazione adulta è convinta che abortire un bambino solo per il suo sesso dovrebbe essere bandito dalla legge, eppure sia la British Medical Association, l’associazione che raccoglie i medici britannici, sia la Bpas, l’ente sanitario responsabile per la maggior parte degli aborti nel Regno Unito, considerano «non necessaria» una modifica della legge.Lo stesso primo ministro David Cameron crede che vietare l’aborto selettivo oggi potrebbe creare grossi problemi in futuro, se i medici volessero utilizzarlo come strumento contro eventuali malattie ereditarie. «Sia chiaro – ha dichiarato qualche giorno fa Cameron – che sarei disposto ad accettare l’aborto selettivo in base al sesso del feto solo in casi eccezionali. Sono poche le circostanze in cui, per esempio, per evitare una malattia genetica questo tipo di aborto sia necessario e in questo caso lo appoggerei». Fiona Bruce ha cominciato la battaglia per una proibizione chiara della pratica dopo che la Procura ha deciso di non perseguire i medici incastrati dall’inchiesta del Daily Telegraph perché «in contrasto con l’interesse pubblico». Qualche mese fa, però, il Christian Legal Centre ha deciso di riportare il caso di 3 medici coinvolti in aborti selettivi davanti all’autorità e ora attende il verdetto del giudice.