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“Le iene”, inchieste fra troppe cadute

Andrea Fagioli giovedì 17 novembre 2016
La Ilary vincente è quella nostrana, con una “l” sola è senza la “h”. L'altra Hillary, quella americana con doppia “l” e “h”, di consensi non ne ha avuti a sufficienza. Certo è che una, la Blasi, si giocava qualche punto di share; l'altra, la Clinton, la guida della superpotenza mondiale. Alla seconda è andata male. La prima, invece, ha sfondato alla conduzione del Grande fratello vip, un programma che è quello che è, ovvero il peggio del peggio, ma lei se l'è cavata bene tanto da tornare caricata a molla (vestita però non si sa come) alla guida (che per la verità non ha mai lasciato) de Le iene show (martedì su Italia 1) in mezzo ai corazzieri Frank Matano e Giampaolo Morelli. La Ilary vola sulle ali del successo, ma il programma continua a volare basso, molto basso. O meglio: dapprima volta alto, ma poi precipita. Anche la puntata di martedì è iniziata con due buone inchieste. La prima proseguiva l'indagine sul bagarinaggio on line che nei giorni scorsi ha provocato un terremoto tra le società che vendono in rete a prezzi aumentati i biglietti per i grandi concerti di musica leggera e rock, con tanti cantanti che ne hanno preso immediatamente le distanze e la Procura che ha aperto un paio di fascicoli. La seconda sul Comune di Siracusa tra soldi pubblici e affari privati. Dopo di che è partita la rubrica «Il bello della diretta» la cui idea sarebbe anche simpatica: all'intervistato in collegamento audio con lo studio arrivano voci fuori onda che lo riguardano. Il problema è che lo scherzo si è sviluppato esclusivamente su una serie di volgarità pese, molto pese, al pari di quelle che più tardi sono venute fuori dal servizio «Gli uomini preferiscono le trans». Nel mezzo c'è stato il tempo per qualche battuta non troppo felice sul Papa, un reportage «Alla fiera dei matrimoni gay» e la riproposizione di vecchi servizi per arrivare verso l'una di notte con l'ennesimo programma in prima serata (si fa per dire) di tre ore e mezzo. Insomma, siamo alle solite: Le iene sanno fare una buona tv d'inchiesta, ma poi si snaturano per inseguire non si sa cosa con cadute di stile, volgarità (a volte vere e proprie oscenità) e provocazioni a buon mercato, mischiando il tutto in un calderone di cui non se ne viene più a capo al punto da domandarsi anche quale sia effettivamente il ruolo dei tre conduttori e del pubblico in sala.