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“Foglio bruciante”? Ma arriva un calmante in redazione…

Gianni Gennari mercoledì 16 ottobre 2013
Lupus terapeutico, almeno "in intenzione". Sul "Foglio" da tempo, ieri con conferma plurima, "fuoco" ossessivo, magari mascherato da analisi diverse su papa Francesco. Ecco allora: «Diversamente Gesuiti» (p. 1): riflessione a denti stretti dal «Loyola Marymount», università statunitense retta dai Gesuiti, su quello che è descritto come un «compromesso» tra opportunità politico-economiche e dottrina cattolica per concludere che oggi – nell'era di papa Francesco – «di cattolico» da quelle parti «c'è ormai solo il nome». A p. 2 Camillo Langone denuncia «L'eclissi del cristianesimo» a Roma e dintorni, e questo perché la diocesi ha constatato ciò che in realtà da sempre dovrebbe essere noto: se un peccatore non manifesta pentimento non è possibile celebrare per lui un perdono pubblico fino all'ultimo mai richiesto, salvo restando – ovviamente – che a giudicare definitivamente è solo e sempre il Dio giusto, la cui giustizia può sempre includere la misericordia divina, sua. Finito? No! Al centro di p. 4 lunga descrizione del «perfetto peronismo di Bergoglio», tutto esteriore come quello dei «bagni di folla sudamericani», con «le sue omelie capolavori di politica populista». A p. 5 a sorpresa (titolo: «Bergoglio è ratzingeriano») gran maestria dialettica di Maurizio Crippa che spazia da Agostino a Barth, da Maritain al Concilio e a Benedetto XVI per concludere sul «grande spavento in alcuni (sic!) per un Papa che dice che non bisogna parlare in continuazione di valori e dottrina. Che non ritiene compito della Chiesa imporre leggi»… Nuovo colpo diretto? Forse no. Infatti Crippa, dopo essersi interrogato – «Un pericoloso relativista? Un facilone peronista?» – conclude che in Francesco «una continuità di visione con Ratzinger invece esiste». Lui la individua – vedi tu – «nel primato della Grazia». Non è poco: anzi è quasi tutto… Letto in redazione, servirà almeno da analgesico e calmante…