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«Missa Brevis» di MacMillan, note per una liturgia contemporanea

Andrea Milanesi domenica 22 giugno 2008
Aveva solo 17 anni il compositore James MacMillan (classe 1959) quando ha scritto la sua Missa Brevis, il primo lavoro di ampio respiro di un adolescente che dimostrava però di avere le idee già perfettamente chiare sulla direzione verso cui indirizzare il proprio talento artistico: cercare di dare una risposta a quella domanda urgente di bellezza e di significato che avrebbe poi marchiato a fuoco ogni tappa del suo percorso creativo e spirituale, attraverso un rapporto privilegiato tra il repertorio della tradizione cristiana e la scintilla di ispirazione sempre nuova, originale e a volte provocatoria della sua inesauribile vena compositiva.
I temi, i testi, le forme e i generi a cui il musicista scozzese principalmente attinge sono infatti gli stessi che nei secoli hanno contribuito a rinsaldare il patrimonio musicale della liturgia cattolica, reinterpretati e riattualizzati attraverso una modernizzazione del linguaggio proposta da chi vive quotidianamente un'autentica esperienza di fede «dal di dentro», nell'assidua frequentazione delle assemblee di fedeli e delle compagini corali che ne accompagnano le celebrazioni.
Sotto la guida di Alan Tavener, nel progetto discografico intitolato Tenebrae (pubblicato da Lynn e distribuito da Sound and Music) l'ensemble vocale Cappella Nova ha rivolto un tributo all'arte di MacMillan partendo appunto dalla giovanile Missa Brevis per arrivare a lavori più maturi e recenti come il ciclo degli Strathclyde Motets, brani da cantarsi durante la Santa Comunione per accompagnare la meditazione e il raccoglimento di fronte al Mistero eucaristico, o come i tre vertiginosi Tenebrae Responsories, estrapolati dall'Ufficio notturno del Venerdì Santo; opere che offrono continui spunti di riflessione e di introspezione, incalzati dall'alternanza tra mistiche oasi sonore e aspre dissonanze, stranianti contrasti timbrici e fulminee escursioni dinamiche. Perché, pur nel riferimento a riti e liturgie del passato, la musica sacra di MacMillan è perfettamente in grado di esprimere le lacerazioni e i tormenti del mondo contemporaneo; quelle tensioni a cui l'animo di un giovane diciassettenne cercava di dare sollievo affidando a un foglio di carta pentagrammata parole e note di una Santa Messa.