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«Botti» in serie: artificiali, ridicoli e anche offensivi

Gianni Gennari sabato 18 settembre 2010
Botti come alla feste di strapaese, ma in pagine illustri. Il fischio allora viene dopo l'«artificio», perché l'adrenalina retorica fa ridere. Una serie" Sul "Fatto" (15/9, p. 12, titolone: «Oh, mio Dio!») per parlar male del Papa ci si mettono in quattro: partono da Nairobi per criticare Benedetto in Gran Bretagna, annunciando ai loro lettori che «in Europa i cattolici sono sempre più in crisi», e che «l'immigrazione salverà la Chiesa». Libera opinione, ma dopo 2.000 anni di continua "salvezza" fa un po' ridere. Stesso giorno "Italia Oggi" a p. 7 grida allarme: «Tra Italia e Vaticano è guerra sul 20 settembre»! Il bello è che nel testo risulta che il presidente Napolitano e il Papa sono in pace e collaborazione, e tu scopri che a rappresentare Italia e Vaticano nella supposta «guerra» sarebbero «Pannella» e «la cosiddetta aristocrazia nera romana»! Fischio" con risata. Leggi e ridi meno l'indomani, quando scopri che per l'ormai stabilmente cotto Richard Newbury ("La Stampa", p. 13) la celebre "via di mezzo" del grande John Henry Newman fu " testuale! " «tra la "corruzione" di Roma, il libero pensiero"e le false dottrine del protestantesimo evangelico». Il tutto seguito da un'altra goliardata di moda, ma offensiva della memoria del nuovo beato: ridicolaggine su follia. E nella lista ci si mette persino "Il Foglio" (15/9, p. 2), ove solo leggendo un libro recente si scopre che «per fortuna nella chiesa c'è ancora qualche vescovo che difende Benedetto XVI». Ovvio: solo «qualche vescovo»! E gli altri tutti impegnati a offenderlo? Ridicolo, penoso, e offensivo per la Chiesa intera...