Rubriche

Girolamo. Voce di una fede "di popolo"

Matteo Liut domenica 30 settembre 2018
Il cristianesimo è un'esperienza "di popolo", un solido fondamento che costruisce relazioni sociali, che alimenta la profonda fame di comunità insita nel cuore di ogni uomo. Ecco perché la Bibbia parla "al popolo" oggi come nei secoli passati; e lo fa anche grazie all'intuizione di san Girolamo, che dedicò la vita ad avventurarsi nel cuore delle Scritture per renderle più accessibili a tutte. Nato in Dalmazio nel 347, studiò ad Aquileia, dove coltivò anche l'ideale della vita comunitaria. Battezzato nel 366 viaggiò verso l'Oriente, vivendo da eremita. Nel 382 era a Roma, dove collaborò con papa Damaso I e mostrò tutte le sue doti da maestro spirituale, oltre che da intellettuale. Dopo un viaggio in Egitto si stabilì a Betlemme nel 285 e diede vita a un monastero femminile. A lui e alla sua "scuola" si deve la traduzione latina della Bibbia che venne poi chiamata "Vulgata", per lo stile più "popolare", cioè per il "volgo". Morì nel 419 o 420; è dottore della Chiesa.
Altri santi. San Francesco Borgia, sacerdote (1510-1572); beato Federico Albert (1820-1876).
Letture. Num 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48.
Ambrosiano. Dt 6,1-9; Sal 118; Rm 13,8-14a; Lc 10,25-37.