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Valentino. Il bisogno d'amore disegna la nostra identità Siamo creature sempre aperte all'infinito

Matteo Liut venerdì 14 febbraio 2020
Il bisogno di amore che ognuno di noi porta dentro ci parla della nostra identità più profonda: ci ricorda che non siamo mai completi, che la verità sta nella relazione e che siamo creature continuamente aperte all'infinito. Questo orizzonte accomuna l'esperienza di ogni innamorato a quella dei martiri: quando uno capisce dove si trova la fonte dell'infinito, il tesoro più prezioso, è disposto a rinunciare alla propria vita per mettersi alla sua ricerca. Non è chiaro perché san Valentino sia il il patrono degli innamorati e dei fidanzati, ma di certo essi hanno in questo vescovo martire l'esempio di un uomo che aveva trovato il proprio tesoro e seppe farlo fruttare. La vicenda di questo pastore di Terni si colloca tra il III e il IV: catturato per aver convertito alcuni personaggi “in vista” della Roma pagana, fu torturato e decapitato. Il corpo fu recuperato dai discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, che per questo vennero martirizzati a loro volta.
Altri santi. San Nostriano di Napoli, vescovo (V sec.); santi Cirillo e Metodio, patroni d'Europa (IX sec.).
Letture. At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9.
Ambrosiano. Is 52,7-10; Sal 95; 1Cor 9,16-23; Mc 16,15-20.