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Vade retro robot

Alberto Caprotti sabato 18 luglio 2020
Tira una brutta aria per i robot e per l'intelligenza artificiale in genere, specie al volante. Secondo uno studio commissionato dai tedeschi di Audi ("The Pulse of Autonomous Driving") che hanno raccolto le opinioni di 21mila persone in 9 Paesi, Italia compresa, il 70% degli intervistati ammette di essere preoccupato riguardo alla guida autonoma. E se il 41% delle persone che hanno risposto al sondaggio si dice "sospettoso" della affidabilità di questa tecnologia, per il 38% può diventare addirittura "motivo d'ansia". Di fronte alla prospettiva di un'automobile che guida da sola, in realtà la diffidenza, più che da una questione di sicurezza, deriva probabilmente dal timore che i robot arrivino al punto di saper fare tutto, rendendoci superflui. Non solo come autisti, ma anche come persone. Eppure tutti i dati economici concordano nel dire che l'automazione e il digitale non stanno creando disoccupazione. Il fatto è che una certa resistenza al cambiamento è fisiologica. È sempre stato così, come nell'800 in Gran Bretagna, quando per difendere il settore delle carrozze e dei cavalli, una legge dello Stato impose alle prime automobili di procedere a passo d'uomo. Prendersela con l'innovazione, purtroppo, è più semplice che provare a gestirla.