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Va di moda l'«integrativa»

Vittorio Spinelli martedì 13 marzo 2007
Ai dipendenti del pubblico impiego è stato riconosciuto in questi giorni l'accesso alla previdenza complementare, alla pari dei lavoratori privati. Non è una vera novità, perché i fondi integrativi, in particolare nel parastato, esistevano già dagli anni '50 e avevano dato ottimi risultati, tanto da apparire un privilegio di categoria e subirne in seguito la chiusura. Le pensioni complementari tornano quindi alla ribalta, tutte da costruire per il futuro, ma con accanto le migliaia di vecchie pensioni integrative ancora in pagamento. Dipendenti Inps.Mano leggera del Fisco sui trattamenti integrativi degli ex dipendenti dell'Inps. L'ente di previdenza applica da questo mese l'orientamento dell'Agenzia delle Entrate che consente di assoggettare all'aliquota fiscale ordinaria dell'87,5% le quote di pensione maturate grazie ai versamenti al vecchio fondo integrativo di categoria. Gli interessati, dopo aver ricevuto un primo avviso dall'Istituto, dovranno inviare una specifica richiesta di rimborso del residuo 12,5%, direttamente all'Agenzia delle Entrate sulla base dei dati fiscali che gli stessi uffici della previdenza metteranno a disposizione degli interessati. La detassazione sarà estesa tra breve anche all'indennità integrativa speciale, sia se liquidata in aggiunta al Fondo integrativo sia se cumulata da sola alla pensione obbligatoria. L'Inps è giunto a riconoscere oggi i giusti diritti fiscali sulle pensioni solo dopo aver ricevuto risposta ad uno specifico interpello diretto all'Agenzia. Dipendenti Inpdap. Quanto hanno ottenuto i pensionati dell'Inps è stato già guadagnato dai pubblici dipendenti con pensioni a carico dei fondi integrativi ex Enpas ed ex Enpdep. L'Inpdap, che paga oggi queste pensioni, non ha avuto remore nell'applicare la detassazione (lo ha fatto già nel 2006), ritenendosi di fatto autorizzato, sia per le quote di pensione sia per l'indennità integrativa, dalla circolare sulla materia dell'Agenzia delle Entrate n. 25/2006. Furbizia dell'Inpdap e pignoleria dell'Inps? Può darsi, ma il risultato concreto è che i pensionati dell'Inps, a causa del comportamento del loro ente, si vedono ridotti di un anno i rimborsi fiscali che si possono richiedere per il passato. Pensioni di marzo. D'accordo con l'Inpdap, da quest'anno l'Inps ha stabilito di prendere in carico gli stessi assegni ex Enpas ed ex Inpdap, inseriti nel Casellario centrale delle pensioni, per garantire il loro pagamento aggiornato con tempestività. Il passaggio tra i due enti ha costretto l'Inps a pagare la scorsa rata di febbraio in acconto. Immediato dietro front dell'Inpdap: questo Istituto si è accorto che il passaggio comporta notevoli complicazioni organizzative e fiscali, come la compilazione dei Cud. Ne risulta che la corrente rata di marzo e le restanti del 2007 saranno normalmente in pagamento presso l'Inpdap. Per il passaggio all'Inps se ne riparlerà il prossimo anno.