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UNA SCELTA DA COMPIERE

Gianfranco Ravasi domenica 29 maggio 2005
Se vedessimo che è Cristo l'uomo bisognoso, l'uomo torturato, l'uomo prigioniero, l'uomo ucciso, lui in ogni figura umana calpestata così indegnamente lungo le nostre strade, scopriremmo questo Cristo calpestato come moneta d'oro che si raccoglie con cura e si bacia, né certo ci vergogneremmo di lui.
Così parlava, in un'omelia, otto giorni prima di essere assassinato (24 marzo 1980) mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo del Salvador. A tutti è noto che il suo martirio avvenne proprio mentre stava celebrando l'eucaristia: la sua voce, profondamente evangelica, aveva colpito interessi infami che umiliavano una popolazione povera e oppressa. Nel giorno del Corpus Domini abbiamo voluto far risuonare le sue parole che intrecciano eucaristia e amore, Cristo e miseria, Parola di Dio e giustizia sociale. Il rischio di separare queste realtà era già stato denunziato dai profeti che temevano un culto alieno dall'impegno nella storia.«Io detesto e respingo le vostre feste - diceva il Signore per bocca di Amos - anche se mi offrite olocausti, io non gradisco i vostri doni" Scorra piuttosto come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5, 21-24). Oggi, uscendo dalla Messa o dopo aver partecipato a una delle tante processioni che si snodano nelle città come nei piccoli centri, dovremmo compiere, più che un gesto di elemosina, una scelta costante e coerente: dedicare spazio e tempo in modo continuo alla folla degli ultimi che soffrono nel corpo e nello spirito. Solo così potremo dirci ed essere veramente cristiani, perché «religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove delle loro afflizioni» (Giacomo 1, 27).