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Una città della vita al centro di una grande azienda

Massimo Folador sabato 18 febbraio 2017
Nel mio cammino tra spiritualità e lavoro, etica e impresa, ho avuto la fortuna di incontrare molte persone che mi hanno aiutato a tracciare la strada, tra queste Angelo Ferro, imprenditore, docente universitario o, semplicemente, una grande persona.
Angelo è scomparso da poco e anche per questo essere oggi a Padova a parlare con Ernesto Burattin, che per anni è stato il suo braccio destro, non è facile perché il ricordo di Angelo è presenza e sorriso assieme. Ernesto è consigliere delegato della Fondazione OIC all'interno della quale ha preso vita una realtà estremamente innovativa nel panorama delle aziende che si occupano in Italia di welfare alla persona e di assistenza sociosanitaria: "Civitas Vitae", un'impresa che oggi supera i 1.700 collaboratori, con 12 sedi in Italia e una principale a Padova, che è una vera e propria "città della vita". «Soprattutto le imprese come le nostre – mi racconta Ernesto – hanno bisogno di una missione alta e di valori di riferimento condivisi che guidino l'operato di tutti. Aver avuto per anni un presidente come Angelo Ferro e l'essere nati nel solco della grande tradizione imprenditoriale cattolica ha reso la nostra strada quasi "obbligata" ma nel contempo più semplice. Ciò che noi proviamo a fare tutti i giorni e con tutti non è rivolto ad un utente ma ad un "ospite" e il cuore del nostro fare deve e vuole essere una vera relazione di aiuto. Se vogliamo adempiere a questa missione dobbiamo far sì che le persone, siano esse collaboratori o ospiti, scelgano di stare con noi perché si sentono accolte e valorizzate».
Oggi l'offerta nel settore dei servizi alla persona è molteplice e qualificata ma stando qui tocco con mano come in Civitas Vitae stiano concretamente realizzando questa missione e creando innovazione nel settore. A Padova colpisce la gentilezza di chiunque incontri, la cura per ogni ambiente, ma anche alcune scelte fuori dal comune come l'aver inserito un asilo e un Museo del giocattolo in una realtà che accoglie molti anziani, così che l'ospite possa divenire protagonista nelle attività di sostegno ai bambini. Oppure il centro sportivo, dove atleti paraolimpici si allenano e lavorano fianco a fianco agli ospiti disabili, per essere per loro supporto motivazionale ed educativo, e dove tutto è congegnato perché la vita palpiti veramente e sia di sostegno alle cure. «Nello sviluppare questo progetto – aggiunge Ernesto – abbiamo sempre cercato di divenire un'impresa "sociale", ovvero una realtà capace di produrre valore attraverso i canoni propri di un'impresa ma con la vocazione a mettere al centro non solo la persona ma soprattutto le sue relazioni. Oggi mi piace dire che Civitas Vitae è una "portaerei" solida, ben governata, dalla quale ogni giorno partono progetti e attività importanti. Esistono rapporti costruttivi al nostro interno, grazie anche ai continui progetti sulla formazione e la gestione del personale, e questo ci ha permesso di creare una relazione positiva con ogni singolo ospite e le loro famiglie. A loro cerchiamo di dedicare il massimo della disponibilità attraverso ad esempio la possibilità di incontrare i propri cari in ogni momento della giornata o la realizzazione di luoghi comuni dove possano sentirsi a casa, pur a volte nella gravità della situazione». Faccio sempre molta fatica quando scrivo questa rubrica a racchiudere in poche battute la bellezza che incontro. Oggi forse la fatica è stata maggiore perché qui ogni volto, ogni luogo, raccontano quanto sia possibile realizzare una "citta della vita" nella nostra quotidianità e quanto questo si possa tradurre in un presente migliore e in un futuro meno incerto.