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«Una carezza per chi ti ha fatto cadere»

Maria Romana De Gasperi sabato 29 agosto 2020
È il 29 agosto. Ma come, è già finito il mese di vacanza? Finito di cantare, di ballare, di sentire la carezza del mare? Finito di sognare sotto l'ombra dei pini, di leggere l'ultimo capitolo del libro che ci piaceva tanto. Non c'e piu tempo: le onde del mare gridano già che devi partire, i tagli sassosi delle montagne si urtano uno contro l'altro per dirti addio. La natura sembra richiedere la propria vita: le dure piogge, la luce fredda dei lampi, il vento che lotta contro le piante per vedere chi sarà il piu forte. E tu vorresti non sentire queste voci, né vedere le grandi ombre delle nuvole che si trascinano nel cielo. C'è chi ha scelto i giorni di vacanza per viaggiare: ma non per vedere ciò che la storia, l'arte, la vita di un popolo diverso dal proprio sa offrire, ma per guardare in fretta resti di antiche storie ora offerti assieme ai negozi di oggetti, non più antichi, che ci sembravano importanti, ma finte copie di un gusto incerto lontano dal vero. Poi, quando sarai a casa finiranno in un cassetto o col tempo si perderanno. Eppure qualcosa resterà se avremo saputo mantenere qualcosa dentro dì noi. Ascoltare la natura anche nella sua solitudine, anche nel silenzio del mondo è ciò che ci regala il tempo di vacanze: come era bello sentire il tonfo delle onde quando dalla roccia finivano nella sabbia. E quel colore del cielo che cambiava di continuo quasi volesse raccontarti qualcosa di nuovo ogni istante, stracciando le ultime nuvole del giorno sulle spalle delle ragazze che sembrava non volessero lasciare la spiaggia. Finchè il sole stanco del suo lungo giro si lasciava inghiottire dalle onde piu alte regalando ancora al cielo un po del suo chiarore. Addio , pensavo, non ti vedrò più così, ma tagliato a pezzi sulle pareti delle case e nòn mi racconterai più le tue avventure tra le onde e le tempeste. Resterai nei miei sogni delle notti di pioggia quando le gocce batteranno sui vetri della mia finestra e sentirò la tua voce che mi chiederà di uscire con te. La giovinezza coi suoi sogni fa parte della nostra vita e risorge anche quando, stanco e deluso, spegni la luce alla sera e dici a te stesso: «domani è un altro giorno». Non contare gli anni, né i pensieri che forse hanno dipinto di scuro la tua vita; ricorda i sorrisi che hai ricevuto e dato, le sciocchezze che hai condiviso con gli amici di un tempo, i sogni di un domani che forse ritornerà. Il tempo che scorre accanto a noi non ci regala serenità nè facili speranze, ma ci mantiene il coraggio e la fede nelle capacità umane che hanno superato tempi peggiori e con meno capacità di trovare dei rimedi o di sopravvivere. Niente ci toglierà la bellezza della vita, l'amore ricevuto, il bene che abbiamo regalato, la pazienza sorridente con chi ti tratta male, sono piccoli e grandi regali per chi ha un animo povero di carità. Ci verrà chiesto tra le nuvole: «Hai dato amore a chi ne aveva bisogno, oppure hai avuto una carezza per chi ti ha fatto cadere?».