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Un salvavita a tutela degli sportivi e dei giovani nelle parrocchie

Vittorio Spinelli giovedì 5 novembre 2015
Nel campo medico è più noto come "Dae" - è la sua abbreviazione tecnica - il defribillatore semiautomatico in grado di salvare la vita in caso di attacco cardiaco. La dotazione di un "Dae" o di altre analoghe apparecchiature è divenuta obbligatoria nei luoghi dedicati allo sport, e in particolare nelle parrocchie che ospitano società sportive dilettantistiche. L'obbligo si estende inoltre alle attività che negli oratori e nelle parrocchie vengono svolte a carattere amatoriale e non agonistico. La dotazione del defribillatore è prevista dal cosiddetto "Decreto Balduzzi" del luglio 2013, che ha concesso alle società professionistiche e a quelle dilettantistiche un congruo periodo di tempo per adeguare i rispettivi impianti alla nuova normativa. In particolare, per le società di dilettanti (stimate in 110mila strutture) sono stati concessi 30 mesi di tempo che si compiranno nel prossimo mese di gennaio. Sono esentate dal "Dae" solo le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio, come il biliardo, le bocce, il ballo, la ginnastica per gli anziani, la pesca, ecc..Il costo dell'apparecchiatura è posto a carico della società interessata, anche se la sua collocazione e il suo utilizzo possano interessare spazi di proprietà della parrocchia. In ogni caso, il "Dae" deve essere collocato in una postazione facilmente accessibile e adeguatamente segnalata e deve essere sempre perfettamente funzionante. La dotazione del salvavita sarebbe poi inutile se durante lo svolgimento delle attività sportive non fosse garantita anche la presenza di personale che abbia partecipato ad appositi corsi di formazione e pronto ad intervenire nelle emergenze cardiocircolatorie. Il decreto Balduzzi, opportunamente, avverte che in caso di emergenza qualsiasi cittadino in possesso di un'adeguata formazione può prestare soccorso con il "Dae" senza commettere un reato oppure l'esercizio abusivo della professione medica. Per effetto del decreto il salvavita sarà in ogni caso obbligatorio durante lo svolgimento di qualsiasi tipo di manifestazione sportiva. Tuttavia, a pochi mesi dal raggiungimento di questo obiettivo, la diffusione dei defibrillatori risulta ancora in forte ritardo nel Lazio, nell'Umbria, in Campania e in Puglia.La presenza rassicurante di un salvavita non esenta però dal sottoporsi ai controlli medici chiunque faccia sport a livello amatoriale e che non sia già tesserato ad una federazione sportiva nazionale o ad un ente di promozione sportiva. I check-up di controllo sono stati resi obbligatori dal decreto Balduzzi fino ai 55 anni per gli uomini e a 65 per le donne.