Un orto sociale per coltivare speranza
Oggi il terreno è tornato a rianimarsi, in parte destinato a piccolo campo da gioco, in parte ad area verde per i colloqui con le famiglie e per il resto come orto sociale. Quest'ultimo progetto è stato realizzato grazie alla Regione, attraverso l'Agenzia per i servizi agricoli e il Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria Marche-Emilia Romagna, soggetti legati da un accordo siglato 10 anni fa, che ha già dato ottimi risultati nel carcere anconetano di Barcaglione. Il problema del rifornimento idrico è stato risolto grazie a un innovativo sistema di riutilizzo delle acque che escono dall'impianto di depurazione dello stesso carcere. L'orto si sviluppa su una superficie di circa 100 metri quadrati destinata a coltura: altri diversi appezzamenti sono utilizzati per la messa a dimora di piante da frutto, ornamentali e aromatiche.
Sono state installate due cisterne di stoccaggio, una da 2.000 litri nei pressi dell'impianto di depurazione e una da 10mila vicino all'orto. L'acqua utilizzata per l'orto viene sanificata attraverso tecnologia a ultravioletti.