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Un «metaverso umano» che inquieta e fa riflettere

Gigio Rancilio venerdì 11 marzo 2022
Mentre buona parte del mondo sta ancora cercando di capire se e quanto il metaverso impatterà nelle nostre vite digitali e quali saranno le sue più importanti criticità e quali gli eventuali vantaggi concreti, c'è chi è già andato oltre. Tutti noi abbiamo capito che il metaverso (che è composto da più mondi digitali) sarà abitato da "avatar", cioè da nostre repliche digitali. Al Mobile World Congress di Barcellona, tra nuovissimi cellulari e notebook, tra qualche auto elettrica e molte proposte digitali legate al tema della salute e della medicina, è apparso qualcosa di più inquietante. La startup giapponese Toraru ha infatti presentato un "metaverso umano", fatto con persone reali invece che con nostri replicanti digitali. L'idea è subito detta: Toraru offre una piattaforma attraverso la quale chiunque (per ora solo in Giappone) può noleggiare un suo "avatar" ma in carne ed ossa, facendolo agire al suo posto non nel mondo digitale ma in quello reale.
Volete evitare una lunga trasferta o vi annoia l'idea di partecipare ad un convegno? Nessun problema. Dovete visitare una fabbrica o partecipare ad una riunione? Anche qui nessun problema. C'è una cerimonia o un compleanno al quale non potete mancare, ma non vi va di andarci? Problema risolto. Ovunque vorrete potrete inviare il vostro "avatar in carne ed ossa", comandandolo a bacchetta. Vi basterà un tablet per controllare i movimenti del vostro inviato. Usando quattro frecce potrete mandarlo avanti, indietro, a destra o sinistra. Attraverso una telecamera e un microfono vedrete e sentirete tutto ciò ciò che lui vede e sente. Secondo gli inventori di Toraru, potrete anche impartirgli qualunque istruzione a proposito di ciò che dovrà dire o fare.
Se pensate sia un annuncio ad effetto, vi sbagliate. La start up Toraru dice di avere già avviato la sua piattaforma. E ha anche spiegato che chi si offrirà come «avatar umano» potrà guadagnare fino a 500 dollari al giorno. Nel sito web dell'azienda (toraru.co.jp) si legge: «Creiamo nuovi modi con i quali le persone possano interagire tra loro. Vogliamo creare servizi innovativi e utili che non esistono ancora nel mondo per cambiarlo in meglio».
A prima vista un progetto così più che trasmettere entusiasmo mette un po' i brividi. Sembra uscito dalla serie tv Black Mirror. Evoca scenari più inquietanti che utili. Eppure, chi conosce il Giappone non sembra stupirsi più di tanto. Da almeno sei anni esistono società che "affittano" uomini (li chiamano "ossan") disposti a conversare con uno sconosciuto. Vengono pagati circa 150 euro l'ora per ascoltare le persone e i loro problemi. A noi può sembrare una follia, ma la solitudine in Giappone è così profonda e ampia che sono nate anche agenzie che affittano famiglie e familiari. Si possono "noleggiare" per qualunque occasione padri, amiche, nonne e zie. E perfino un finto sposo per accontentare i genitori che sognano di vedere la figlia sistemata. Una delle principali agenzie del genere si chiama Family Romance, ha 1.500 attori/collaboratori e vanta un giro d'affari di circa 500 milioni di yen annui.
Sul piano digitale forse vi ricorderete di Xiaoice, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa in questa rubrica. È la «fidanzata virtuale» di tantissimi ragazzi cinesi e giapponesi. È un'intelligenza digitale di Microsoft che tiene compagnia a milioni di ragazzi così soli e disperati da non avere una ragazza in carne ed ossa con cui dialogare e confidarsi.