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Tracce nel cuore

Lorenzo Fazzini giovedì 25 aprile 2024
«Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore, finché non riposa in te». Il celebre adagio delle Confessioni di Agostino è universalmente noto. Meno assodata è una conseguenza di quanto scritto dal famoso padre della Chiesa: che l’inquietudine sia una traccia che Dio lascia nel cuore dell’uomo. Accade così a James MacNally, personaggio uscito dalla penna di Cara Wall nel suo primo romanzo Amatissimi (Fazi), protagonista assieme all’altro pastore presbiteriano Charles Barrett. E prima di prendere in sposa Nan, figlia di un ministro di culto, James si confronta con l’uomo, discutendo con lui anche dei suoi dubbi di fede, che l’anziano religioso non imputa al futuro genero come una colpa, aiutandolo invece a scorgervi qualcosa di più: «Dio non giunge sempre nelle visioni o nei sogni, e di rado ammantato di certezza. Dio è giunto a te come un’inquietudine e un anelito. Ti è giunto come una domanda. Come una sfida. Non sarà facile, ma è una vocazione perfettamente accettabile». Non è relativismo, questo, bensì la riconoscenza che all’uomo e alla donna, a ogni uomo e a ogni donna, Dio parla con la sua lingua. L’allora cardinale Joseph Ratzinger lo disse in un famoso libro intervista, Il sale della terra. All’intervistatore che gli chiese: «Quante sono le strade che portano a Dio?», il futuro pontefice rispose: «Tante, quanti sono gli uomini». Anche l’inquietudine è una di queste. © riproduzione riservata