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Tra dee e oracoli, il fascino millenario dello zodiaco

Cesare Cavalleri mercoledì 13 luglio 2016
Non è la prima volta che ci occupiamo di astrologia, e lo facciamo con un sorriso, anche se la cosa è di suo abbastanza seria. Non dell'astrologia previsionale, quella che si legge in pillole sbadate sui giornali, ma dell'astrologia che compone gli oroscopi natali, cioè studia le disposizioni comportamentali di chi è nato in un certo segno e con certe coordinate. Di questo si sono occupati scienziati seri, a cominciare da Karl Gustav Jung, convinto e convincente. Ripetiamo subito l'aforisma risolutore di Tommaso d'Aquino: «Astra inclinant, non necessitant», gli astri influenzano ma non costringono, e così il libero arbitrio è messo in sicurezza. Non si può negare che i tipi umani hanno caratteristiche, gusti e pulsioni classificabili, e l'astrologia – che non è certamente una scienza esatta, bensì è una sapienza millenaria che si basa sulle ricorrenze di osservazioni statistiche – offre spunti di autoanalisi assai interessanti. Per esempio, io mi trovo ben riconosciuto dal mio segno, che è il più drammatico dello zodiaco, e il veder descritte certe mie tendenze caratteriali, ne facilita il controllo. Fino a particolari minimi, anche buffi: a me sono sempre piaciute molto le albicocche, e quando ho cominciato a frequentare gli oroscopi natali, ho scoperto che i nati nel mio segno prediligono, appunto, le albicocche.Sappiamo che sant'Agostino disprezzava risolutamente gli astrologhi, e se ne convinse definitivamente quando l'amico Firmino gli comunicò che lui e un altro bambino, nati nello stesso istante, avevano lo stesso oroscopo, eppure lui divenne ricco e l'altro schiavo. Invero l'argomento non sembra decisivo: può darsi che il ricco e lo schiavo avessero le stesse tendenze, virtù e vizi, che ciascuno applicava nelle rispettive circostanze, da ricco o da schiavo.Tra gli astrologi più importanti c'è il vescovo cattolico Luca Gaurico (1475-1558), autore di un Tractatus astrologicus molto dettagliato. Gaurico fu tenuto in alta considerazione dai papi Leone X e Paolo III (sì, proprio il Papa che indisse il Concilio di Trento).Eleonora Cortese Boscarato ha pubblicato un libro curioso, Intervista alle dee greche (Dbs, pagine 176, euro 17,00), in cui, fondendo mito e astrologia, gli archetipi femminili fondamentali sono assegnati a diverse divinità greche che ne impersonano le caratteristiche, secondo corrispondenze astrologiche basate sul passaggio della Luna nei diversi segni. Per ogni dea sono commentati gli oroscopi di due personaggi femminili ben noti. Singolare, per esempio, la sorte di Marylin Monroe e di Diana Spencer, entrambe con la Luna di nascita in Acquario, e riconducibili a Gea, dea della Terra. Marylin, che non seppe mai chi fosse suo padre, patì un senso di rifiuto e di sentirsi incompresa che la porteranno a divenire distruttiva, fino al tragico suicidio; la principessa Diana, sofferente da bambina per la separazione dei genitori, si ribellò ai codici di comportamento dell'aristocrazia e, in difficoltà col marito Carlo d'Inghilterra, frequentò altre figure maschili senza mai trovare l'anima gemella sempre ricercata (naturalmente nel libro le spiegazioni sono ben più particolareggiate). Ed è sorprendente che santa Maria Goretti e l'attrice Elizabeth Taylor siano entrambe Donne Persefone/Proserpina.Caso, fatalità, mere coincidenze? Il dubbio è sempre lecito, ma il libro è almeno un utile ripasso della mitologia greca cui hanno attinto e attingono filosofi e psicologi, a cominciare, da Sigmund Freud. A buon conto, l'oracolo di Delfi ammoniva: «Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli Arcani della natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori».