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Timoteo e Tito. Testimoni di una fede che si apre al mondo

Matteo Liut mercoledì 26 gennaio 2022
Quelle indirizzate a Timoteo e a Tito sono le uniche lettere apostoliche del Nuovo Testamento indirizzate a singole persone. In essa san Paolo sottolinea i tratti fondamentali non solo di coloro che hanno un ruolo di guida nella comunità cristiana, ma di ogni singolo credente, chiamato sempre a discernere la verità, rimanere sulla strada giusta, curare la coscienza e la carità e combattere la «buona battaglia». Timoteo era nato a Listra da padre pagano e madre giudea, incontrò Paolo da giovane e lo accompagnò poi in Asia Minore, divenendo infine vescovo di Efeso. Tito, invece, era di origine greca e si convertì dopo aver incontrato Paolo durante uno dei suoi viaggi; più tardi divenne vescovo di Creta. Sia Timoteo che Tito parteciparono a Gerusalemme all'assemblea con gli apostoli, che si chiedevano se i nuovi membri della Chiesa dovessero o meno seguire le antiche leggi di Israele. I due, insieme, rappresentarono le «anime» della comunità cristiana nascente: quella legata alla tradizione giudaica e quella aperta ai popoli e alle nazioni pagane.
Altri santi. Santa Paola Romana, vedova (347-406); sant'Alberico di Citeaux, abate (XI sec.).
Letture. Romano. 2Tm 1,1-8; Sal 95; Lc 10,1-9.
Ambrosiano. Sir 44,1;48,22-25; Sal 140 (141); Mc 4,35-41.
Bizantino. Eb 13,17-21; Lc 7,17-23b.
t.me/santoavvenire