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Bonaventura. Teologo dell'armonia, vescovo francescano

Matteo Liut martedì 15 luglio 2014
Solo conciliando mente e cuore la teologia può parlare di Dio, perché la visione della verità nasce dall'unità, dall'armonia, dalla comunione anche tra le diverse dimensioni dell'esistenza umana. È questa la lezione più preziosa lasciata in eredità da san Bonaventura, il "dottore serafico" che nel XIII secolo visse il francescanesimo come via privilegiata nell'indagine filosofica e teologica. Nato a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218 con il nome di Giovanni Fidanza, entrò nell'ordine dei Frati Minori a Parigi, dove si trovava per lo studio e dove cominciò a insegnare. Nel 1257 divenne generale dell'ordine francescano. Nominato vescovo di Albano e cardinale, prese parte al secondo Concilio di Lione, città dove morì nel 1274.Altri santi. Beato Bernardo II di Baden, margravio (1428-1458); san Pompilio Maria Pirrotti, religioso (1710-1766). Letture. Is 7,1-9; Sal 47; Mt 11,20-24. Ambrosiano. Dt 25, 5-10; Sal 127; Lc 8,16-18.