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Tardelli conduttore, con l’assist funziona

Andrea Fagioli mercoledì 21 giugno 2023
Non c’è sport senza avversario e non sempre in carne ed ossa. A volte è qualcosa di più subdolo, invisibile. Si può nascondere nel carattere ribelle o nell’orgoglio. Si può manifestare in crisi di panico o in scelte alimentari sbagliate. Ostacoli da superare a tutti i costi verso il successo. Avversità con le quali si sono confrontati anche campioni dello sport come Antonio Cassano, Federica Pellegrini e Roberto Mancini, primi protagonisti del programma L’avversario, prodotto da Rai Cultura e Stand by me, in onda il lunedì in seconda serata su Rai 3, che segna il debutto alla conduzione dell’ex calciatore e allenatore Marco Tardelli, uno degli artefici della conquista della Coppa del Mondo nel 1982 di cui resta memorabile l’urlo liberatorio dopo il gol alla Germania. Già avvezzo alla tv nel ruolo di commentatore, Tardelli è qui chiamato a un salto di qualità, a un ruolo più impegnativo, a una naturalezza difficile da raggiungere. In alcuni casi ci arriva grazie alla confidenza con l’intervistato (vedi Cassano), in altri (vedi Pellegrini) deve affidarsi di più alla narrazione, ai testi che gli vengono preparati. Nell’insieme comunque il format funziona, anche perché gli uomini e le donne passano avanti agli sportivi, l’aspetto umano prevale su quello agonistico, le storie ci sono e possono riservare sorprese, come nella prossima puntata con Roberto Mancini, che non ha mai giocato un minuto dei Campionati del mondo di calcio, nemmeno da allenatore. Eppure ne avrebbe potuti disputare una mezza dozzina essendo stato in attività per vent’anni come calciatore e da cinque è commissario tecnico della Nazionale. La non qualificazione alla fase finale del Mondiale in questa seconda veste la ricordano tutti, ma che da calciatore non sia mai entrato in campo per una partita dei Mondiali lo sanno solo i cultori di storia del pallone. © riproduzione riservata