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Tagliando a domande per gli assegni familiari

Vittorio Spinelli martedì 18 febbraio 2020
Dallo scorso anno gli assegni familiari dei lavoratori dipendenti devono essere richiesti non più al datore di lavoro ma online sul sito dell'Inps, direttamente dall'interessato o tramite i Patronati oppure delegando l'invio telematico allo stesso datore di lavoro. Il nuovo sistema elimina alla fonte gli errori che le aziende commettono nel calcolo degli assegni da pagare. Protegge inoltre la privacy sulla situazione familiare dei lavoratori interessati, non di rado segnata da dati "sensibili" come la presenza di invalidi, di divorzio, di separazione coniugale ecc. Le consuete domande cartacee (modello "Anf/Dip") vanno ancora utilizzate, temporaneamente, solo per gli operai agricoli a tempo indeterminato. Una volta inoltrata la domanda all'Inps, il lavoratore verifica sul sito dell'Istituto l'esito della richiesta, con l'importo dell'assegno spettante, e ne comunica l'accoglimento al datore di lavoro. Dopo i primi mesi di avvio, la nuova procedura ha mostrato alcuni aspetti critici sui quali l'Inps si appresta ad intervenire con una prossima circolare.
Nell'ipotesi di una variazione della composizione familiare, il lavoratore dovrà presentare, sempre online, una seconda domanda riferita al periodo interessato. La procedura registra invece in automatico l'evento di un figlio che raggiunge la maggiore età. Inoltre, per evitare che chi fa più lavori (o anche chi cambia datore di lavoro) sia costretto, a parità di condizioni di reddito e familiari, a duplicare la richiesta degli assegni, l'esito di una domanda è messo dall'Inps a disposizione di tutti i datori di lavoro coinvolti. Permane tuttavia il rischio che i lavoratori che svolgono più lavori part time possano ricevere gli assegni con un importo maggiore di quello spettante. L'Istituto sta progettando l'inserimento di un avviso automatico. In ogni caso l'Inps richiede soltanto e direttamente al lavoratore la restituzione delle eventuali maggiori somme, escludendo dalla restituzione le aziende interessate.
Resta in vigore, ancora fino al prossimo mese di aprile, il limite massimo di 3.000 euro per il pagamento di assegni arretrati. Un limite che, secondo l'Istituto, favorisce l'assestamento del nuovo sistema di presentazione delle domande di assegni familiari.