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Gioacchino e Anna. Sulle spalle di coloro che ci precedono costruiamo un futuro di speranza

Matteo Liut mercoledì 26 luglio 2023
La nostra storia, il nostro cammino, la nostra identità si regge sulle spalle di chi ci ha preceduto, sull’eredità di chi ci ha donato la vita e sulle fondamenta di coloro che ci hanno indicato la via da seguire per costruire il futuro. Così i santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, sono per la Chiesa il volto concreto di un popolo in cammino, capace di cogliere i veri segni della speranza attorno a noi ma anche i valori da custodire. La vicenda umana di questi due testimoni è narrata nei Vangeli apocrifi e ci ricorda che anche Gesù aveva una famiglia, segnata dalle stesse difficoltà delle altre famiglie, ma capace di aprirsi agli altri e di lasciarsi guidare dalla luce di Dio. Secondo la tradizione, infatti, i due non avevano figli ma un angelo annunciò loro la nascita di Maria, che poi, secondo la tradizione, venne presentata al Tempio secondo le norme di allora. I due nonni santi, quindi, sono anche i testimoni della grandezza e della potenza del Vangelo: nel Risorto si riconciliano le generazioni e si realizza il vero Regno dell’amore, unica vera destinazione comune per l’intera umanità. La devozione per Gioacchino e Anna – celebrati nello stesso giorno solo al 1969 in seguito alla riforma liturgica dopo il Concilio Vaticano II – si è diffusa prima in Oriente per giungere in Occidente alla fine del primo millennio. Altri santi. Sant’Austindo, vescovo (XI sec.); san Giorgio Preca, sacerdote (1880-1962). Letture. Romano. Es 16,1-5.9-15; Sal 77; Mt 13,1-9. Ambrosiano. 1Sam 18,1-9; Sal 56 (57); Lc 10,17-24. Bizantino. Gal 3,23-4,5; Mc 5,24-34. t.me/santoavvenire