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Soli, depressi e impasticcati: il malessere in una generazione

Umberto Folena giovedì 9 marzo 2023
Mentre gli adulti si baloccano, si esibiscono in tv e sui social, fanno gli influencer mirando a orientarne i comportamenti econsumi, perché i giovani altro non sarebbero che agrumi da spremere, non pochi tra loro, i giovani, si ammalano e muoiono. I dati Istat 2021 – riportati nelle due pagine di Andrea Casadio su “Domani” (8/3), titolo: «La società della performance» – impressionano: «I ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano infelici e che affermano di soffrire di un qualche malessere psicologico sono 220mila. Ogni giorno, in Italia un giovane si toglie la vita. Questo fenomeno è comune a quasi tutti i Paesi del mondo». Ansia, depressione: l’età si abbassa. I tentativi di suicidio, nei due anni di pandemia, sono aumentati del 75 per cento. La nostra è sempre più una società di solitudini: «Un giovane non forma legami stabili con i propri pari, non riesce a farsi degli amici, e cresce praticamente da solo. Su tutto prevalgono l’ansia da prestazione e l’individualismo». Sarà una singolare coincidenza, o forse l’evidenza dei segnali, ma sempre ieri la “Stampa” (8/3) pubblicava due pagine dal titolo: «Psicofarmaci. La nuova moda», con questo catenaccio: «Boom tra i giovanissimi, online spopolano consigli e recensioni fai da te». Paolo Crepet ammonisce: «Sono diventati una droga» e «sotto i 16 anni non si possono prendere ma i 14enni li usano». E Assia Neumann Dayan, a proposito soprattutto dei giovanissimi, osserva: «Se gli influencer dopo avermi fatto vedere come si vestono mi parlano di psicofarmaci, perché non dovrei credergli?». Amarissima conclusione: «Gli psicofarmaci sono le nuove diete» e «la solitudine è la carestia del nostro secolo». Un quadro sconfortante, tutto racchiuso in appena due giorni di quotidiani. Concita De Gregorio sulla Repubblica” (7/3) scrive dei giovani – sono 54mila – «reclusi in una stanza», auto esiliatisi dal mondo. Lo psicoterapeuta Mauro Lancini sulla “Stampa” (7/3) spiega così le morti dei giovani che si schiantano in auto a velocità assurde: «Per alcuni adolescenti la guida spericolata, così come altri comportamenti estremi, assomiglia molto a un gesto autolesivo e para-suicidale». Intanto sul “Giornale” (8/3) Gianni Iapichino racconta: «Così ho fatto volare mia figlia Larissa». Adulti cercansi capaci di mettere le ali ai figli. E meno male che ce ne sono. © riproduzione riservata