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Sky, l'emozione di rivedere Pablito

Andrea Fagioli domenica 1 agosto 2021
Ci manca Paolo Rossi. Eccome se ci manca. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa che era una persona perbene, disponibile, cordiale, sorridente. Paolino, come lo chiamavano agli esordi, non si era mai montato la testa nonostante il successo e la popolarità. Avrebbe potuto dare ancora tanto alla famiglia, agli amici, agli sportivi, all'Italia intera se non fosse che un brutto male se l'è portato via nel dicembre scorso a soli 64 anni quand'ancora era un ragazzo, un po' invecchiato, ma comunque un ragazzo: Pablito per sempre. Non si può allora che guardare con emozione il documentario Paolo Rossi - Un campione è un sognatore che non
si arrende mai che Sky Documentaries ha proposto venerdì alle 21.15. Con un bel primo piano su sfondo scuro, è Rossi stesso a raccontare la sua carriera: dai primi calci al pallone nel campetto dell'oratorio di Santa Lucia nella sua Prato al passaggio alla Cattolica Virtus, a Firenze, presso la Comunità giovanile San Michele; dalla Juventus alla consacrazione nel Lanerossi Vicenza; dai guai al ginocchio all'ingiusta squalifica per il calcioscommesse, al trionfo ai Mondiali dell'82, alla tragedia dell'Heysel. Una carriera breve, nemmeno dieci anni da professionista, fatta di alti e bassi, ma soprattutto di momenti di grande riscatto grazie alla determinazione, al non arrendersi mai, come dice il titolo di questo documentario scritto da Michela Scolari e Gianluca Fellini, che Rossi e la moglie Federica Cappelletti avevano voluto con forza, entrando pure nella produzione, anche per dedicarlo a chi non c'è più. Purtroppo, senza volerlo, la prima dedica adesso è a lui, al calciatore e all'uomo Paolo Rossi di cui non possiamo fare a meno di raccogliere l'appello finale: «Non importa da dove veniamo. L'importante è dove vogliamo arrivare. Dovete credere nei vostri sogni, nel sogno della vostra vita. Fatelo con passione, con coraggio e con rispetto».