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Sky: Gaia e Camilla rivivono nel docufilm

Andrea Fagioli mercoledì 1 marzo 2023
Premesso che quando la televisione ricostruisce con un cosiddetto docufilm fatti tragici, come quello della morte di due adolescenti sentendo genitori e amici, si deve per forza concedere qualcosa alla ricostruzione, alla parte di film, appunto. E a questo si devono prestare un po’ tutti. È in qualche modo una tassa da pagare che può valere o meno la pena a seconda dello scopo del docufilm. Nel caso di Morte a Corso Francia: l’ultima notte di Gaia e Camilla, andato in onda in due parti, lunedì e ieri in seconda serata su Crime+Investigation (canale 119 di Sky), lo scopo è positivo in quanto può diventare a tutti gli effetti un deterrente per coloro, giovani soprattutto, che si mettono alla guida sotto l’effetto di alcol, stupefacenti, con il cellulare in mano e a tutta velocità. Il docufilm scritto da Daniele Autieri e Stefano Pistolini per la regia di Matteo Lena racconta infatti il tragico incidente in cui il 22 dicembre 2019 in Corso Francia a Roma morirono le sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli investite da un suv guidato da un loro quasi coetaneo, Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo. Racconta anche delle indagini, del processo e delle iniziative successive come la nascita di una fondazione nel nome di Gaia che sostiene le vittime della strada. Nel docufilm fanno un certo effetto i video delle due ragazze, così come il pianto delle amiche o lo strazio del funerale, ma soprattuto inquietano i folli audiomessaggi che negli istanti prima dell’incidente Pietro Genovese si scambiava al cellulare con gli amici. Eppure, e questo è un altro elemento positivo, le mamme di Gaia e Camilla hanno sempre guardato a quel ragazzo con tristezza e tenerezza, mai con sensi di vendetta, coscienti che quella tragica sera sono state distrutte non due, ma tre famiglie. © riproduzione riservata