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Sky Atlantic, storie intriganti in “Riviera”

Andrea Fagioli giovedì 13 luglio 2017
Costa Azzurra, ville, auto di lusso, opere d'arte e belle donne, ma anche frodi, riciclaggio, adulteri e omicidi. È in questo contesto che Riviera, la nuova serie di Sky Atlantic, è partita martedì sera con una morte misteriosa, quella del miliardario Constantine Clios (Anthony LaPaglia), avvenuta per un'esplosione a bordo di un yacht in circostanze tutte da chiarire. La bionda Julia Stiles, attrice americana, guida il cast nel ruolo di Georgina Clios, la brillante e intraprendente seconda moglie di Constantine, la cui scomparsa innesca un domino che porta presto la donna a rendersi conto di quanto poco conoscesse il marito e l'ambiente in cui viveva. Accanto a lei, in questo dramma familiare allargato, i figli del marito avuti con la prima moglie, Irina Atman (l'attrice svedese Lena Olin particolarmente cara a Ingmar Bergman). Il figlio maggiore si chiama Adam (Iwan Rheon) e aspira a condurre un'esistenza come scrittore. Rifiuta l'ostentata ricchezza della famiglia, ma sicuramente sa molte cose sul padre e sulla sua passione per i quadri d'autore. Il fratello Christos (Dimitri Leonidas) è l'erede dell'impero economico dei Clios, ma dopo la morte del padre si rende conto di quanto quella posizione sia scomoda e pericolosa. La figlia minore, Adriana, è all'apparenza il personaggio più complesso è problematico, succube di un difficile rapporto con la madre. Il thriller prodotto da Sky (in onda con due episodi per volta per complessive cinque serate) propone dunque la vita di una élite esclusiva, che si muove in un mondo opulento, sullo sfondo mozzafiato dell'assolato sud della Francia. Un mondo affascinante e terribile, che può attrarre e provocare al tempo stesso repulsione, mostrando il lato vulnerabile di uno stato di vita. Un effetto contraddittorio di cui Riviera fa un punto di forza. Il resto (oltre alle immagini suggestive di Monaco e Nizza, ma anche di Londra e New York) lo fa il clima di mistero che punteggia la serie, a partire dal dubbio che Constantine sia davvero morto (di lui vediamo soltanto un irriconoscibile cadavere carbonizzato). Detto francamente, non siamo di fronte a un prodotto eccezionale, ma la mano sapiente si avverte: è quella del premio Oscar Neil Jordan, chiamato qui a dirigere un cast di tutto rispetto impegnato in una storia intrigante.