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Sisto I. Quei gesti che nella liturgia ci fanno sentire popolo di Dio

Matteo Liut venerdì 3 aprile 2020
Mai come in questo tempo sentiamo il bisogno di tornare a compiere quegli atti e quei gesti che nella liturgia ci fanno sentire popolo di Dio in cammino nella storia. Riti e celebrazioni, d’altra parte, si portano dietro l’eredità di una storia che ci porta a Cristo e che è stata costruita grazie al contributo di santi e testimoni come san Sisto I. A questo Papa, sesto successore di Pietro tra il 117 e il 128, infatti, la tradizione attribuisce l’introduzione di alcune importanti norme nella liturgia. A lui, probabilmente, si deve l’introduzione della Messa del “Sanctus”, l’inno del “tre volte santo” subito dopo il prefazio. Originario di Roma, Sisto visse al tempo degli imperatori Traiano e Adriano, in un periodo di relativa tolleranza per i cristiani. Sempre a lui viene attribuita la decisione di permettere solo ai ministri di culto di toccare i vasi sacri (calice e patena) durante l’Eucaristia. Altri santi. San Riccardo di Chichester, vescovo (1197–1253); san Luigi Scrosoppi, sacerdote (1804–1884). Letture. Ger 20,10–13; Sal 17; Gv 10,31–42. Ambrosiano. Feria aliturgica.