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Si ritorna a scuola: che bello imparare i nomi della forma delle nuvole e parlare di anima

Alfonso Berardinelli sabato 8 settembre 2012
A che serve imparare questo e quello? Da dove viene la voglia di studiare? Come farla nascere quando sembrerebbe che non ci sia? Ogni volta che a metà settembre riaprono le scuole, vengo visitato immancabilmente da un piccolo vortice di emozioni che vanno dalla nostalgia, al rimpianto, alla curiosità. La curiosità degli scolari non va sprecata perché da lì vengono energie insospettabili. Si è curiosi della varietà del mondo e la soddisfazione di questa istintiva voglia di sapere è un potente rimedio alla noia. È bello sapere in quale giorno precisamente iniziano e finiscono le stagioni (mi sono accorto che molti ventenni non lo sanno). Che le forme fondamentali delle nuvole si chiamano cirri, strati, cumuli e nembi. Che le rocce si dividono in vulcaniche, sedimentarie e metamorfiche. Che i nove pianeti, in ordine di distanza dal Sole, sono Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, alcuni rocciosi altri gassosi. Che la quercia era sacra a Giove, la vite a Bacco, l'ulivo a Minerva, l'alloro ad Apollo. Che il simbolo di san Marco è il leone, quello di san Matteo l'angelo, di san Luca il toro, di san Giovanni l'aquila. Che le forme viventi si classificano in cinque regni: batteri, organismi unicellulari, funghi, piante, animali. Che le virtù cardinali sono la sapienza, la giustizia, la fortezza, la temperanza e quelle teologali la fede, la speranza e la carità.È bello sapere una decina di poesie a memoria. È utile ricordare che la Tramontana soffia da nord, l'Austro da sud, il Maestrale da nord ovest, il Grecale da nord est, lo Scirocco da sud est e il Libeccio da sud ovest. Che le parti del discorso sono nove: cinque variabili e quattro invariabili. Che gli elementi del cibo sono le proteine, i carboidrati, i grassi, le vitamine, i sali minerale e l'acqua.È bello ricordare, come ha detto il cardinal Martini, che la coscienza è un muscolo che va esercitato. E così l'attenzione, l'immaginazione, la memoria, la volontà. Il corpo e la mente sono uniti e distinti, si influenzano. Poi c'è l'anima, che alcuni scienziati hanno perduto e perciò vogliono dimostrare che non c'è.