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Si cammina in avanti soltanto con un perché

Maria Romana De Gasperi sabato 16 febbraio 2019

I palazzi di piazza di Spagna sembravano guardarsi uno con l'altro al sole di primavera e la scalinata aveva il trionfo di una cascata d'acqua quando scende dalla montagna. Due ragazzi sembravano volare tra gli scalini mentre avevano tra le mani due mazzi di mimosa che distribuivano ridendo a chi era sulla piazza. «Siete matti – dissi loro – dove andate?» «Da nessuna parte, non abbiamo più soldi con noi». Era un mese come questo, diviso tra la pioggia e il sole in una città che aveva riacquistato la sua libertà e che riprendeva a crescere, a costruire, a vivere. Erano due partigiani che avevano messo a rischio la propria vita, ma ora che avevano lasciato la morte e le guerre dietro le spalle scendevano nella città eterna con la mimosa in mano.

Forte era il sapore della libertà immenso il desiderio di costruire con giustizia il nostro paese, infinita la volontà di non prendere mai più le armi tra i popoli europei e per questo legare con leggi comuni le città, le valli, le strade di questa meravigliosa terra che aveva dato vita alla nostra Europa. Vista oggi sulla carta geografica è un piccolo angolo del nostro pianeta che ha saputo regalare al mondo conoscenza, tecnologia, arte e ogni umana scoperta e diffonderla poi con velocità nel tempo breve dell'ultimo secolo. Questo ci aveva fatto crescere nella convinzione che saremmo rimasti i primi nell'avanzare delle scoperte quando ricostruite le distruzioni della guerra e ripreso in mano il diritto ci accorgemmo che al di fuori di noi altri avanzavano sulla strada infinita della scienza. Ma come spiegare ai giovani che mi ascoltavano l'altra sera che andare avanti non è solo creare il nuovo, ma anche avere la conoscenza della vecchia strada che ci ha condotto fino a qui e non perderne la memoria perché su questa terra popoli interi hanno camminato con fatica?

Se vogliamo andare avanti dobbiamo conoscere le ragioni di questo avanzare che oggi ci sembra abbia perduto di entusiasmo. Non sono le leggi, le regole, gli interessi che ci aiuteranno per costruire il nostro futuro, ma i principi di umanità, di beni condivisi, di scambio continuo di conoscenza, di curiosità, e di invenzioni da migliorare assieme. Un nuovo modo di tenerci per mano. C'è bisogno di molto coraggio adesso quando pare che il nostro paese stia perdendo valore nel mondo della politica, ma il valore della ricerca anche se non avrà la prima fila nel nuovo cammino lo troverà nel desiderio della scoperta che non ha mai avuto limiti di spazio e di tempo. C'è sempre una strada davanti al mondo giovane, bisogna avere il coraggio di fare il primo passo, di seguire la prima curiosità di rispondere alla prima domanda. Il resto viene da sé. Qualcuno dovrà camminare, altri fermarsi sotto la lampada davanti al proprio tavolino e ancora conoscere, incontrare, discutere. Ogni scambio sarà un passo in avanti, ogni fatica un esempio di fedeltà in un futuro cammino.